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Metaverso, internet del futuro?

Secondo la società di consulenza internazionale McKinsey & Company, i metaversi potrebbero avere un valore di oltre 5 trilioni di dollari entro il 2030.
Il metaverso è una tecnologia che va a braccetto con la blockchain, di cui abbiamo spiegato le caratteristiche nell’articolo “Blockchain, il registro distribuito in catene di blocchi“. Il metaverso ha quindi la potenzialità di impattare sulla nostra quotidianità, in quanto si ritiene che in pochi anni, molte delle attività che vengono normalmente svolte su internet come lo conosciamo oggi, verranno spostate in un non ben precisato metaverso che permetterà di usufruire dallo shopping, passando per videogiochi, apprendimento e lavoro, fino alla realtà aumentata.
Sfoglieremo il report della McKinsey & Company pubblicato qualche giorno fa, che potete scaricare QUI in copia originale. Approfondiremo i casi d’uso e citeremo qualche progetto. Purtroppo non potremo analizzare tutto nei minimi dettagli per questioni di lunghezza.

McKinsey & Company nella settima pagina del report, spiega le possibili applicazioni future e il probabile volume con un infografica molto semplice e chiara

L’idea di metaverso

Erroneamente si sta creando uno stereotipo riguardo a questa tecnologia. L’immagine che ce lo ricorda oggi è la tipica icona di un individuo con addosso il visore che con movimenti spaesati sembra perso in chissà quale immagine proiettata di fronte ai suoi occhi. Non si tratta dell’idea di cui ci parla il report, o quantomeno questa figura è solo un’idea marginale, l’esame nel dettaglio di McKinsey & Company ci descrive un’esperienza immersiva, un protocollo.

Attualmente esistono progetti specifici che riguardano perlopiù il gaming e la realtà aumentata, progetti che sono tra i più gettonati. Tuttavia il report non si riferisce solo a questo, ma ci anticipa un’idea di ecosistema, di un vero e proprio protocollo, qualcosa che possa rendere possibile l’interoperabilità tra tante realtà virtuali, la creazione di un ambiente che ci possa offrire diversi servizi e possibilità.
A pagina 7 del report troviamo questa eloquente infografica.

Nel 2021, solo tra venture capital e fondi privati d’investimento, sono stati investiti 13 miliardi di dollari nei metaversi attualmente creati. I colossi della tecnologia, sono in cerca di capitali da investire sulle opportunità offerte da questa tecnologia.
Nei primi 5 mesi del 2022 sono già stati investiti più del doppio dei capitali dell’intero 2021. Microsoft guida una gran parte di questi investimenti con l’acquisizione di Activision per ben 69 miliardi di dollari.

Secondo l’indagine di mercato da loro svolta, l’utente attratto da questa tecnologia, è entusiasta soprattutto per gli utilizzi che riguardano socialità, intrattenimento, videogiochi, viaggi e shopping.
I casi d’uso su cui le compagnie che sviluppano ed investono stanno puntando maggiormente, sono le campagne di marketing, formazione online (Università o formazione per lavoro), riunioni e conferenze, eventi, design di prodotti e creazione del proprio gemello digitale. Negli scorsi mesi è già stata pubblicata qualche piccola notizia al riguardo tra matrimoni e concerti che si sono svolti in qualche metaverso.

Ciò che colpisce, è la stima molto alta sull’impatto che questa tecnologia avrà sugli e-commerce. Tutto ciò che può essere digitalizzato è facile immaginare che possa essere trasformato in NFT. Per approfondire il concetto di NFT consigliamo la lettura dell’articolo “NFT, Non-Fungible Token“.
Audio, video e immagini avranno una propria identità digitale e sarà un modo per esserne indiscussi proprietari, oltre che per contrastarne la pirateria. È questo il concetto che sta alla base del Web3.
Per altri oggetti, come possono essere quelli legati alla moda o all’arte, saranno con molta probabilità utilizzati per dare un certificato di autenticità ai prodotti venduti. Nel mondo del collezionismo e dell’alta moda, questo aumenta non di poco l’esperienza dell’utente e il valore della merce.
La crescita di questo mercato è prevista per un periodo di medio-lungo termine, tra i 5 e i 10 anni. Attualmente sono in fase di sviluppo visori super compatti a causa del peso eccessivo, che altrimenti sarebbero scomodi nonché dannosi per la colonna vertebrale, ed altre innovazioni per le sensazioni tattili che serviranno a migliorare l’esperienza che ad oggi viene percepita come scarsa e deludente.

È inutile dire che, con ogni probabilità, non possiamo immaginare cosa hanno in serbo per noi gli sviluppatori che stanno lavorando su questo genere di innovazioni.
Se negli ultimi anni ’90 qualcuno ci avesse raccontato che nel 2015 le piattaforme social avrebbero monopolizzato l’attenzione commerciale e quotidiana di tanti soggetti, inclusi noi stessi, entrando prepotentemente a far parte della nostra quotidianità e in alcuni casi anche in maniera disturbante, forse non ci avremmo creduto.

Livelli e fattori fondamentali

Il report ci fornisce 10 livelli fondamentali su cui vengono costruiti i metaversi. Questa non è un’informazione tecnica ma piuttosto organizzativa relativa a vari ambiti dello sviluppo

McKinsey & Company fa riferimento ai 10 livelli dei metaversi.
Non si tratta di un’informazione tecnica, non parliamo di architettura su cui si fonda un metaverso, bensì di una piramide relativa a quelli che sono i diversi fattori che vanno a comporre lo sviluppo di questa tecnologia.

Gli “enablers” sono i sistemi di base che rendono possibile la creazione di un metaverso. Gli attivatori sono le piattaforme che permettono pagamenti e monetizzazione, l’identità digitale, sicurezza e privacy.
Questi attivatori sono le blockchain, che attraverso i wallet, possono garantire tutto questo, sia la privacy dell’utente, che non è obbligato a mostrare i propri dati, sia l’identità digitale.
Uno degli sviluppi di importanza maggiore per quanto riguarda le blockchain che fanno da base ai metaversi, è proprio l’identità digitale, fattore che permetterà, seppur con una maggiore privacy pubblica, di essere responsabili delle proprie attività e dei propri averi digitali.
Trattandosi di un argomento estremamente importante e complesso, lo tratteremo in futuro in un articolo dedicato.

Ai livelli 4 e 5 ci sono le infrastrutture e l’hardware, ovvero i nodi che formano un computer decentralizzato così come è stato descritto nel funzionamento di Ethereum nell’articolo “Ethereum, un computer virtuale decentralizzato“. Questi nodi hanno la capacità di gestire la catena di blocchi per registrare il passaggio di valore e di NFT  che verranno scambiati all’interno di un metaverso, oltre che eseguire le applicazioni decentralizzate, quindi uno o più metaversi.

Il livello 6 e il 7 sono proprio le piattaforme, dove vengono sviluppate, eseguite ed utilizzate le applicazioni e quindi i metaversi, per finire agli ultimi 3 livelli che sono proprio i metaversi, le applicazioni e tutto ciò che è contenuto in essi.

Il report ci tiene a specificare che il metaverso non sarà, come siamo abituati a immaginare oggi, il solo gaming, non sarà la realtà virtuale o la realtà aumentata e non sarà nemmeno il Web3, ma un insieme di tutte queste. Chi sta sviluppando intende fare in modo che questo sia il prossimo modo di utilizzare internet, un modo totalmente diverso, che non dovrà quindi restare di nicchia, ma che dovrà divenire accessibile ed utilizzabile da tutti, perché dovranno essere gli individui stessi a volerlo utilizzare.

Da dove viene il concetto di metaverso? Non è qualcosa di nuovo, ma un’idea che varia nel tempo grazie ai mezzi e alle tecnologie

Storia, concetto e quadro generale

Il metaverso non è qualcosa che nasce ora, per mancanza di infrastrutture in tempi passati, ciò che poteva essere definito tale era soltanto locale, creato in un apposito posto. I termini e le idee erano già stati dati alla luce da scrittori con romanzi e film.

Uno dei primi metaversi Web2 è stato Second Life. Si trattava appunto di un mondo virtuale dove era possibile “vivere” in una sorta di mondo fittizio a contatto con gli altri utenti collegati via internet alla stessa piattaforma.

Queste piattaforme, oggi vengono concepite molto più versatili, legate ad un concetto di interoperabilità, comunicazione e identità digitale.

La prima differenza tra le piattaforme Web2 e Web3 è la decentralizzazione.
Il Web2 è centralizzato e in un metaverso come poteva essere The World of Warcraft, gli sviluppatori di oggetti utilizzabili venivano scelti dalla stessa casa produttrice, la community non poteva sviluppare nulla e gli oggetti creati per essere utilizzati in un determinato metaverso rimanevano ancorati a quella piattaforma.

Nel concetto di metaverso su rete decentralizzata, chiunque può sviluppare un oggetto per il metaverso, chiunque può acquistarlo e venderlo anche al di fuori del metaverso, e il creatore riceverà automaticamente sempre le royalties (i diritti d’autore) su quanto creato. La sua identità sarà associata ad una chiave privata, verrà registrato nei blocchi a catena rendendo tutto estremamente democratico e legato all’identità.

Essendo così forte il concetto di identità digitale e scrittura su registri distribuiti, ci sono tendenze conseguenti molto importanti, come il mercato immobiliare virtuale all’interno di ogni mondo. Avendo una mia identità digitale che non può essere duplicata, posso acquistare terreni o immobili all’interno del metaverso e costruire qualsiasi tipo di applicazione o caricare il contenuto che preferisco.

Progetti e possibili complicazioni

Per capire meglio quali possono essere le varie applicazioni di quanto è stato appena spiegato, prendiamo d’esempio alcuni dei progetti attualmente esistenti, di varia natura e in fase di sviluppo. Gli esempi saranno relativamente sintetici, qualsiasi argomento di maggior interesse verrà approfondito in articoli dedicati.
I due metaversi più famosi e capitalizzati sono Decentraland e The Sandbox.

Decentraland è un metaverso basato su rete Ethereum, e permette agli utenti di effettuare delle esperienze di diverso tipo, creare contenuti e monetizzare su quanto viene usufruito da quelle esperienze e da quei contenuti. Decentraland permette l’acquisto di terreni all’interno del metaverso dentro il quale l’utente può sviluppare ciò che preferisce, tuttavia ogni “quartiere” ha un suo tema a cui mantenere fede.
Un esempio pratico è il museo virtuale di Sotheby, dove è possibile visitare una vera e propria galleria d’arte virtuale, ed ogni pezzo d’arte esposto è rappresentato da un NFT.

 

The Sandbox è invece più orientato al gaming, e si potrebbe definire una fiorente comunità di gioco e sviluppo.
Consente agli utenti di creare, costruire, acquistare e vendere risorse digitali sotto forma di gioco. Generando un universo in cui i giocatori possono creare e raccogliere risorse basate su blockchain, Sandbox mira a rivoluzionare il mercato, col tempo è riuscito a creare una nicchia nel contesto globale dei giochi.
Su questa piattaforma possono essere costruite delle applicazioni sulle terre che vengono acquistate, per fare un esempio nostrano è il caso di Meta Utopia, progetto italiano.
Meta Utopia, come suggerisce il nome del progetto, vuole creare una comunità ideale realizzando un ecosistema virtuale sostenibile attraverso un ambiente pacifico per i suoi cittadini. Tutto inizia con i primi abitanti che dovranno coltivare la terra e vivere dei suoi frutti, diventando responsabili della propria gente e svelando gradualmente il territorio.

In Italia sono attive anche aziende che sviluppano piattaforme che possono ospitare applicazioni per scopi diversi oltre al gaming.

OVR basato su Ethereum, è nato come una piattaforma di realtà aumentata open-source che consente a qualsiasi utente dotato smartphone o un qualsiasi dispositivo mobile. di interagire con il mondo reale attraverso esperienze di realtà aumentata relative al luogo in cui si trova

Un progetto da non sottovalutare è OVRland della Over Holding Srl con sede a Udine. Si tratta di una mappa 3D del mondo reale divisa in una serie di esagoni che sono degli NFT acquistabili. Comprare il pezzo di mappa su cui siamo, ci da la possibilità sia di affittare a terzi quel pezzo di terreno che si trova su quelle specifiche coordinate, o svilupparci un’applicazione. L’applicazione fa riferimento ad una realtà aumentata proprio perché attraverso la nostra geolocalizzazione, possiamo accedere a delle informazioni relative ad un determinato posto fisico, un monumento, un edificio o utilizzare un’applicazione relativa al posto in cui siamo.
Attualmente non esiste alcun software o applicazione in grado di fare una cosa del genere. Potremmo certamente trovare informazioni relative al luogo in cui siamo cercando normalmente su internet, ma dovremmo cercare dati specifici in mezzo al mare magno di informazioni. Questa piattaforma permette invece di dare all’utente quella realtà aumentata relativa proprio all’esperienza che l’utente sta vivendo in prima persona.

Nonostante vi siano tutti questi investimenti e questo sviluppo, ci potrebbero essere in futuro dei problemi nell’apprezzamento da parte dell’utente finale, magari a causa dell’hardware da utilizzare o uno degl’intoppi portato all’attenzione dallo stesso report di McKinsey & Company, la frammentazione.
L’interoperabilità di questi mondi è un particolare assolutamente indispensabile, la frammentazione riguarda esattamente questo. Se ci fossero troppi metaversi, su ecosistemi totalmente diversi che non è possibile far dialogare, si creerebbero degli ostacoli insormontabili nel far usufruire all’utente finale di tutto il potenziale che offre questa tecnologia.
Per essere più chiari, è come se per poter utilizzare i servizi Google dovessimo avere un abbonamento internet diverso da quello che utilizziamo per usufruire i servizi di Amazon, sarebbe un limite invalidante.

È necessario un substrato che unisca questi ecosistemi, così come accade all’interno di una singola piattaforma.

Conclusioni

Queste valutazioni sul futuro dei metaversi, sul loro possibile sviluppo, sulle complicanze e sui campi d’impiego, sono degli studi di settore che lasciano spazio a tantissime riflessioni.
Il tempo di sviluppo che viene indicato, 5-10 anni, è un tempo relativamente lungo, entro il quale possono cambiare tante cose.
La cosa più importante in assoluto che deve essere valutata è che queste tecnologie devono essere sempre apprezzate dalla massa perché gli ingenti investimenti non sono calcolati per un mercato di nicchia.
L’ultima parola spetta quindi al consumatore finale.

È un buon momento per investire? La risposta a questa domanda non è semplice.
È chiaro che è un settore che ha ancora un grosso margine di crescita e un giusto investimento potrebbe fruttare molto, il problema serio è quello della frammentazione anche nell’eventuale investimento.
Quello che vogliono creare le grandi aziende investitrici è l’iterazione successiva ad internet per come lo conosciamo, non è dato sapere quale o quali saranno le piattaforme che faranno parte di questo ecosistema.
Ciò che rimarrà al di fuori dall’ecosistema che prenderà la fetta più grossa del mercato sarà destinato a non crescere o a fallire, comprare una land su un determinato metaverso, è come investire sull’idea che quel metaverso farà parte dei big del futuro.
Non è quindi scontato che il progetto su cui sceglieremo di investire sarà quello che permetterà un guadagno, come non è detto che la criptovaluta del metaverso che pensiamo andrà ai massimi livelli o che ci andrà realmente, aumenterà di valore.
È un investimento che va fatto dopo essersi accuratamente documentati su tutti i progetti, gli sviluppi e le partnership possibili.

 


 

 

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Daniele Contino è un sistemista reti e servizi informatici con esperienza ventennale nell'assistenza tecnica informatica. Ha lavorato sia in ambiti corporate multinazionali che come imprenditore, ricoprendo ruoli che spaziano dall'informatica, all'amministrazione, alla vendita e al commerciale. È autore, webmaster e fondatore di Superchio.it nato dalla passione per la lettura, soprattutto di saggi, e la scrittura, ma anche per la condivisione delle proprie passioni con gli altri. Missione principale del magazine è infatti quella di condividere le proprie conoscenze e tentare di divulgare le proprie competenze.