É la numero due delle criptovalute per capitalizzazione di mercato. Non mainstream come Bitcoin, tuttavia non è argomento meno interessante o meno ricco di contenuti. A differenza di Bitcoin, che è un registro distribuito organizzato in una catena di blocchi, Ethereum è questo ma anche molto di più. Ethereum, oltre ad essere una normale blockchain per lo scambio di valuta, è un computer decentralizzato che ha la possibilità di eseguire delle applicazioni tramite dei contratti intelligenti, questo lo rende versatile e disponibile a molti utilizzi.
Si tratta di una tecnologia complessa di cui è estremamente difficile illustrare a pieno tutte le particolarità, che tra l’altro, sono in continua evoluzione.
Dal 2013 ad oggi
A dare i natali ad Ethereum è Vitalik Buterin, allora studente universitario, grande appassionato della tecnologia Blockchain e di Bitcoin, che nel 2013 scrisse il whitepaper. Ethereum fu annunciata per la prima volta nel 2014 in occasione della North American Conference di Miami.
Vitalik Buterin, Gavin Wood, Charles Hoskinson e Anthony Di Iorio, affittano una casa sulla spiaggia e mettono le fondamenta per la creazione del “computer in the sky” descritto da Buterin.
Gavin Wood è un programmatore inglese, CTO di Ethereum per un periodo, oggi è CEO e creatore di Polkadot e Kusama. Charles Hoskinson è un informatico e imprenditore statunitense, attuale CEO di Cardano.
Il termine Ethereum, è stato scelto da Vitalik per la presenza della parola etere al suo interno. Voleva proprio che la piattaforma fosse intesa come una presenza distribuita, invisibile, su cui le applicazioni sono in esecuzione.
Lo sviluppo vero e proprio della piattaforma iniziò nel 2014 attraverso la creazione della società svizzera Ethereum Switzerland GmbH (EthSuisse).
L’allora Chief Technology Officier della società, Gavin Wood, si occupò di redigere il yellow paper di inserire l’idea dei contratti intelligenti che ovviamente doveva essere specificata prima dello sviluppo, ed è qui che si fanno i primi accenni sulla EVM (Ethereum Virtual Machine). Subito dopo avviene la creazione della Ethereum Foundation, un’associazione non a scopo di lucro.
Sempre nel 2014 è stata istituita una vendita pubblica del Token ETH per finanziare lo sviluppo del software.
La Ethereum Foundation ha sviluppato diversi prototipi nei successivi 18 mesi , l’ultima versione beta è stata “Olympic“. Nel luglio del 2015 si da finalmente vita al blocco di genesi con il lancio ufficiale di “Frontier“.
Dal lancio della piattaforma sono state fatte diverse proposte di miglioramento. Gli aggiornamenti (Ethereum Improvement Proposal), sono stati motivo di grandi cambiamenti riguardanti diverse caratteristiche, come le strutture di incentivi della piattaforma o le funzionalità.
Nel 2016 un’organizzazione decentralizzata conosciuta come The DAO, riguardante una serie di smart contracts creati sulla piattaforma, riesce a raccogliere 150 milioni di dollari una vendita collettiva per ottenere finanziamenti per il progetto. Tuttavia 50 milioni di quella somma vengono rubati tramite un attacco informatico sfruttando una vulnerabilità dell’organizzazione.
Questo evento accenderà un dibattito che porterà ad un Hard Fork della rete che si dividerà. Ethereum Classic è la catena originale. Altri
fork si sono poi resi necessari sempre nel 2016 per far fronte ai continui attacchi informatici.
Nel 2017 nasce la Enterprise Ethereum Alliance (EEA), con 30 membri fondatori, in pochissimi mesi i membri diventano più di 100 con adesione da parte di grandi aziende dei pagamenti e dell’IT. Dal 2018, la criptovaluta ETH, diventa la seconda più capitalizzata del mercato, difendendo la posizione fino al momento della scrittura di questo articolo, attualmente risulta ancora la seconda per capitalizzazione.
Gli sviluppi della blockchain di Ethereum sono continui e non si sono mai fermati.
Nel 2021, Visa Inc. annuncia di regolare le transazioni in stablecoin utilizzando questa blockchain, a seguire anche JP Morgan Chase, Mastercard e UBS comunicano un ingente investimento di più di 65 milioni di dollari in ConsenSys, una società che si occupa dello sviluppo di infrastrutture su Ethereum.
Sempre nello stesso anno sono stati eseguiti due aggiornamenti dell’ambiente. In uno di questi aggiornamenti detto “Londra”, era inclusa la proposta di miglioramento numero 1559, un meccanismo per rendere inferiore la volatilità sui costi delle transazioni. Normalmente le commissioni venivano distribuite ai miners, con questo aggiornamento una parte di quella commissione viene invece distrutta, provocando di conseguenza dei periodi di deflazione.
Attualmente è in fase di sviluppo Ethereum 2.0, un fork per tentare di aumentare la velocità, la scalabilità e la sicurezza della rete.
Funzionamento, Smart contract, Ether e differenze con Bitcoin
Esattamente come per Bitcoin e come è viene spiegato nell’articolo Blockchain, il registro distribuito in catene di blocchi, Ethereum funziona su una sua blockchain, un registro pubblico organizzato a blocchi in cui vengono registrate tutte le operazioni. Gli utenti che partecipano alla validazione delle transazioni sono i miners.
L’algoritmo di consenso utilizzato per questa blockchain è il Proof of Work (PoW), attualmente è in fase di sviluppo la rete Ethereum 2.0 che prevede in futuro il passaggio al Proof of Stake (PoS). Se non conosci bene il significato di queste parole, l’argomento è già stato trattato nell’articolo Algoritmi di consenso, dove puoi trovare tutte le delucidazioni necessarie.
La rete Ethereum è caratterizzata dalla presenza dell’Ethereum Virtual Machine (EVM). Questo è un motore di calcolo, agisce come un
computer decentralizzato con milioni di applicazioni eseguibili. Questa macchina virtuale è la base dell’intera struttura operativa e permette di eseguire programmi e contratti intelligenti.
La creazione e l’esecuzione di contratti intelligenti è molto semplice grazie anche a Solidity, un linguaggio di alto livello che è stato creato appositamente per questo scopo. Attraverso la compilazione delle istruzioni la EVM esegue le istruzioni contenute in essi.
Solidity è un linguaggio molto simile a C++ o JavaScript, con la differenza che è stato creato appositamente per la scrittura di contratti intelligenti. L’EVM usa gli OP_CODES (ovvero dei codici di operazione) per eseguire le attività specificate nello smart contract.
Faremo un esempio standard di quello che può essere uno smart contract senza andare troppo in profondità con argomenti tecnici.
Se la società dei trasporti ferroviari fosse collegata alla blockchain e voi potreste comprare il biglietto tramite un wallet ed uno smart contract, qualora la società dei trasporti registrasse un ritardo di quel treno, lo smart contract provvederebbe automaticamente al vostro rimborso, senza alcuna richiesta da parte vostra o della società dei trasporti.
Più semplicemente, se compraste un immobile inviando un pagamento tramite la blockchain, lo smart contract al verificarsi del pagamento vi fornirebbe l’atto di proprietà della casa che avete acquistato.
Gli smart contract offrono numerosi vantaggi rispetto ai contratti tradizionali, tuttavia esistono anche degli svantaggi. Nonostante si creino le condizioni per un maggiore rispetto delle condizioni di un contratto e si riduca la necessità di un intermediario, l’irrevocabilità, l’assenza di territorialità e l’utilizzo ancora non alla portata di tutti rappresentano i limiti della tecnologia.
Tutto questo viene registrato utilizzando la valuta nativa del sistema, ovvero Ether.
Per pagare i miners che convalidano le transazioni, rendendo funzionale il passaggio di valuta ma anche l’utilizzo di applicazioni, si usa Ether.
É un po’ come se fosse il combustibile per utilizzare la rete, tant’è vero che i costi transazionali vengono definiti GAS FEE. Ether ha lo stesso ruolo che ha Bitcoin all’interno della sua blockchain.
Bitcoin ed Ethereum sono due sistemi similari, ma sono due blockchain con potenziali diversi e nascono per scopi distinti. Bitcoin è concepito come un registro distribuito che vuole essere un’alternativa di scambio alla valuta FIAT, attualmente considerato maggiormente una riserva di valore, ma anche questo argomento lo abbiamo affrontato nell’articolo Bitcoin, cos’è è come funziona il re delle criptovalute.
Ethereum ha come scopo quello di far funzionare gli smart Contract e la creazione di applicazioni decentralizzate (DApps), di conseguenza offrire una serie di servizi che nel tempo si stanno ampliando sempre più, dalla finanza decentralizzata (De-Fi) alla creazione di Token Non-Fungibili (NFT).
Ethereum 2.0
Ethereum 2.0 conosciuta come Serenity, è un importantissimo aggiornamento della rete. Questo miglioramento aiuterà ad aumentare la scalabilità, la sicurezza e la velocità della sua blockchain. Nel gennaio 2022 la Ethereum Foundation ha rilasciato un comunicato dove specificava che avrebbe smesso di riferirsi a Serenity come Ethereum 2.0, in quanto questo fa credere che ci sarà una nuova rete, quando in realtà si tratta di un aggiornamento, anche se particolarmente critico.
In soldoni questo aggiornamento porterà a suddividere ciò che oggi è un unico ambiente. La attuale mainnet ,quello che conosciamo ed utilizziamo, rimarrà come execution layer, dove vengono eseguite Dapps e smart contract e dove risiedono le regole del network, mentre verrà separato da tutto questo il consensus layer, che garantisce il rispetto in conformità con le sue regole da parte dei dispositivi che contribuiscono alla rete.
L’aggiornamento prevede diverse fasi, a dicembre del 2020 è entrata in funzione la prima fase chiamata beacon chain
Si partirà quindi con un parallelismo tra Proof of Stake e Proof of Work. Le funzioni della rete principale di Ethereum continueranno ad essere assicurate dal PoW, nel frattempo la beacon chain funzionerà in parallelo con il nuovo PoS. Lo staking nativo viene introdotto proprio con la beacon chain, particolare di fondamentale importanza nella transizione verso la Proof of Stake. Si tratta di una blockchain separata rispetto alla mainnet di Ethereum.
In questi mesi, vale a dire tra il Q1 e il Q2 è prevista la seconda fase dell’aggiornamento di fusione (The Merge) e come suggerisce il nome stesso, vede proprio la fusione tra la beacon chain e la mainnet.
La fase finale è l’attivazione dello sharding, che giocherà un ruolo chiave nel ridimensionamento della rete di Ethereum. Piuttosto che la regolazione di tutte le operazioni su un’unica rete, le catene di shard distribuiscono queste operazioni su 64 catene frammentate.
Questo dovrebbe rendere più semplice gestire un nuovo nodo sulla blockchain di Ethereum perchè ci sarebbe in quantità inferiore di dati da gestire localmente sulla macchina. La fondazione ha dichiarato che l’aggiornamento dovrebbe essere portato a termine entro il 2023.
I motivi che hanno portato a questo tipo di aggiornamento riguardano principalmente la scalabilità. Attualmente Ethereum può supportare circa 30 transazioni al secondo, uno standard molto basso rispetto alle nuove blockchain che tuttavia non dispongono dei volumi di marketing di Ethereum. Questo provoca spesso congestioni e ritardi.
Ethereum 2.0 promette fino a 100.000 TPS (Transazioni per secondo) sfruttando lo sharding.
Questo aggiornamento è stato concepito pensando anche alla sicurezza oltre che alla velocità. La maggior parte delle reti PoS ha un gruppo relativamente piccolo di validatori, questo rende le reti meno sicure e più centralizzate.
Ethereum 2.0 è molto più decentralizzato e sicuro dato che richiede un minimo di 16.384 validatori.
Prospettive per il futuro
Ethereum è un buon investimento? Il prezzo di Ether e la sua capitalizzazione di mercato sono crescenti dal momento del lancio. I primi 50 milioni di Ether furono venduti in prevendita per finanziare il progetto ad un prezzo di 0,31$ per Ether. Attualmente il prezzo di un singolo Ether è di 3098,00$.
La difficoltà che ha avuto fino ad oggi Ethereum deriva dalla quantità di applicazioni e smart contract costruite sulla sua rete, che è estremamente maggiore rispetto a tutti gli altri ecosistemi. Paradossalmente proprio una delle prime reti con uno dei maggiori colli di bottiglia e alti costi di transazione. Proprio per questo motivo c’è molto ottimismo intorno all’ultimo aggiornamento che spianerebbe la strada a tutti i problemi di mercato causati dai problemi tecnici in questione.
Più scalabilità porta più utilizzo, salvo imprevisti, significa più domanda. Almeno in teoria, dovrebbe spingere la domanda per l’utilizzo e quindi il prezzo di Ether a nuovi livelli.
Questi sono solo auspici, i presupposti sono ottimi, ma il futuro è difficile se non impossibile da prevedere. Di fuoriprogramma ce ne sono stati tanti durante lo sviluppo di Ethereum.
Il merge e lo sharding erano previsti da tempo, i lunghi periodi di analisi e sviluppo che costano queste soluzioni, hanno portato a soluzioni di livello 2 che non erano previste (vedi Polygon).
Il progetto è ampio, le credenziali sono ottime tanto che qualcuno parla di possibile “flippening” con Bitcoin, ovvero si ritiene che Ethereum sia in grado di superarlo in capitalizzazione di mercato.
La strada è lunga, ma chiunque voglia investire deve fare le proprie ricerche e le proprie valutazioni, ricordando sempre che non si tratta di investimenti a rischio zero.