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Sindrome di Irlen, distorsioni ed illusioni percettive

La chiamano sindrome della sensibilità scotopica, sindrome da stress visivo, ipersensibilità alla luce, in altre parole, sindrome di Irlen.
Hai gravi difficoltà di lettura? Soffri di emicrania? La luce ti da molto fastidio? La sindrome porta il nome della sua scopritrice, Helen Irlen. La psicologa americana ha sviluppato negli anni ottanta un metodo che permette di individuare e valutare la sindrome e di proporre il relativo trattamento usando specifici fogli colorati e/o lenti filtranti da indossare come occhiali5.

La sindrome di Irlen, o sindrome della sensibilità scotopica, è un disturbo dell’elaborazione delle informazioni visive, legato alla percezione luminosa. Più precisamente è un’ipersensibilità alla luce.

La sindrome di Irlen è un disturbo dell’elaborazione delle informazioni visive, legato alla percezione luminosa. Più precisamente è un’ipersensibilità alla luce. La sintomatologia della sindrome di Irlen è molto soggettiva e i sintomi possono variare nel tipo, nella gravità e nella rapidità con cui si manifestano. Può causare delle difficoltà molto lievi, come una lieve difficoltà di lettura, o problemi più gravi, come la distorsione del testo durante la lettura, mal di testa, vertigini, nausea, dolore e bruciore agli occhi.
La sindrome di Irlen è definita come un disturbo dell’adattamento sensoriale. Non si tratta quindi di un problema agli occhi, ma nasce da una difficoltà di elaborazione cerebrale. La percezione visiva richiede la capacità del cervello di comprendere ed elaborare correttamente e facilmente le informazioni visive senza sforzo. Nel caso della sindrome, invece, il cervello non è capace di distinguere determinate lunghezze d’onda che compongono lo spettro della luce visibile.
Il metodo Irlen è un metodo non invasivo che utilizza il colore per filtrare le onde luminose, in modo che il cervello possa elaborare accuratamente le informazioni visive. Questo metodo consente di adattare la valutazione a ogni persona in modo da poter determinare i migliori filtri colorati3 (Irlen colored overlays) che possono portare a un miglioramento delle prestazioni, riducendo la sensibilità alla luce.

La percezione del colore

L’elaborazione visiva riguarda il modo in cui il nostro cervello percepisce ed elabora ciò che vedono i nostri occhi.

La percezione visiva è il processo di elaborazione delle informazioni provenienti dal mondo esterno attraverso gli occhi ed elaborate dal cervello che le traduce in informazioni più complesse, disponibili per le funzioni cognitive del soggetto.

Zanichelli Editore, “La percezione visiva”, “Cenni storici”

Quando si parla di percezione visiva, sicuramente l’attività più difficile è quella di identificare il colore di un oggetto a seconda della luminosità dell’ambiente che lo circonda. Come ben sappiamo, il colore è una caratteristica della luce e degli oggetti che vengono colpiti da essa. Infatti, in assenza di luce, la nostra visione è monocromatica, definita come visione notturna o visione scotopica.

The Irlen revolution – La sindrome della sensibilità scotopica, porta il nome della sua scopritrice. La psicologa americana ha sviluppato negli anni ’80 un metodo che permette di diagnosticare la sindrome e di proporre il relativo trattamento usando specifici fogli colorati e/o lenti filtranti da indossare come occhiali. Con questo metodo è possibile ridurre o eliminare i disturbi che si manifestano.

Come avviene dunque la percezione del colore? Come facciamo a distinguere il giallo, dal verde, dal blu o dal viola? Nella percezione del colore ci sono tre elementi fondamentali: l’oggetto, la luce che colpisce l’oggetto e l’elaborazione da parte dell’individuo che osserva l’oggetto. Il colore dipende dalla luce, è quindi chiaro che l’individuo ipersensibile alla luce riscontri difficoltà anche nel riconoscimento di uno o più colori. Alcune persone sono sensibili a particolari lunghezze d’onda della luce e queste interferiscono con il modo in cui il loro cervello elabora i colori e le informazioni visive causando sintomi quali: difficoltà di lettura, distorsioni del testo, affaticamento degli occhi, mal di testa.

Quali sono i sintomi della sindrome di Irlen?

La sindrome di Irlen può essere causata da vari fattori: fattore genetico, lesione alla testa, trauma cranico, ictus o processi infiammatori.
La maggior parte delle persone non ha difficoltà a leggere il testo nero su sfondo bianco, ma per coloro che lottano con la sindrome di Irlen, la lettura può essere molto stancante o può diventare addirittura dolorosa. Nei casi più gravi, le parole possono trasformarsi in un mare di lettere confuso e disorganizzato.
I sintomi sono soggettivi e possono variare per ogni individuo, ma ciò che accomuna tutti è la sensibilità alla luce: più la luce è artificiale e/o forte e più lunga è l’esposizione ad essa, maggiori sono i sintomi.
I sintomi si suddividono principalmente in cinque categorie:

  • difficoltà di lettura: lettura lenta ed esitante, lettura errata delle parole, perdita del segno, omissione di parole o righe intere, difficoltà a leggere la musica, necessità di prendere spesso delle pause, difficoltà di comprensione del testo e necessità di rileggere più volte lo stesso paragrafo;
  • difficoltà di scrittura2: difficoltà di copiatura/trascrizione, difficoltà con la spaziatura tra le lettere e/o tra le parole, difficoltà con la forma e la dimensione delle lettere, difficoltà a scrivere su una linea dentro i margini, difficoltà con il controllo ortografico);
  • distorsioni: le parole sulla pagina mancano di chiarezza, mancano di stabilità, appaiono sfocate, appaiono in movimento, possono scomparire;
  • errata percezione della profondità: goffaggine a livello motorio4, difficoltà negli sport con la palla, difficoltà nella valutazione delle distanze, cautela eccessiva durante la guida;
  • disturbi fisici: affaticamento, stanchezza o sonnolenza, emicrania o nausea, irrequietezza, dolore o fastidio oculare, difficoltà di concentrazione.
  • Le altre caratteristiche sono: frequenti errori matematici e di calcolo, numeri non allineati nelle colonne, stanchezza durante l’uso del computer, mancanza di motivazione nello svolgimento dei compiti, i risultati/voti scolastici non riflettono la quantità dello sforzo.

Leggendo questa lista, non possiamo non notare che la sintomatologia è molto simile a tutti quei disturbi e difficoltà che vengono chiamati per acronimi: DSA1, ADHD, DOP.6

La sindrome di IRLEN può essere curata con speciali filtri colorati. In questo modo le frequenze luminose che causano la problematica subiscono una sorta di attenuazione prima di raggiungere gli occhi. Di conseguenza il cervello riceve dagli occhi informazioni adattate.

Sindrome di Irlen o disturbi specifici dell’apprendimento?

Questa è una domanda molto comune posta dai genitori che portano i propri figli ad effettuare i test per la sindrome di Irlen. Facciamo un po’ di chiarezza.
La risposta a questa domanda può creare un po’ di confusione perché i sintomi risultano essere molto simili.
Vediamone alcuni:

  • l’individuo è confuso da lettere, numeri, parole, sequenze o spiegazioni verbali;
  • la lettura o la scrittura mostra ripetizioni, aggiunte, trasposizioni, omissioni, sostituzioni e inversioni di lettere, numeri e/o parole;
  • l’individuo si lamenta di sentire o vedere movimenti del testo (inesistenti) durante la lettura, la scrittura o la copiatura;
  • l’individuo sembra avere difficoltà con la vista, ma gli esami oculistici non rivelano alcun problema.

Le principali differenze tra la sindrome di Irlen e i disturbi specifici di apprendimento sono due:

  1. se il soggetto soffre della sindrome di Irlen, è molto probabile che i sintomi siano accompagnati anche da malessere fisico più o meno grave (rossore agli occhi, mal di testa, stanchezza, sonnolenza, emicrania, nausea);
  2. il metodo Irlen utilizza il colore per filtrare le onde luminose, in modo che il cervello possa elaborare accuratamente le informazioni visive; questo può portare a un miglioramento di tutte le difficoltà e dei sintomi elencati, riducendo la sensibilità alla luce; in presenza di sola dislessia il metodo Irlen non è efficace.

Inoltre, spesso si parla di comorbidità, ovvero la concomitanza di due o più disturbi. Spesso la sindrome di Irlen può coesistere con altre difficoltà, per questo è importante effettuare una diagnosi corretta. Molti individui potrebbero presentare contemporaneamente più difficoltà: sia uno o più disturbi specifici dell’apprendimento o l’ADHD, sia la sindrome di Irlen. In questo caso, è necessario eliminare prima i sintomi della sindrome di Irlen, in questo modo l’intervento sulle altre difficoltà sarà significativamente più efficace.

In conclusione, ti riconosci, o riconosci tuo/a figlio/a, oppure i tuoi alunni/studenti, in queste descrizioni? Ti sei già rivolto/a a specialisti ma purtroppo non hai risolto il problema? Tentar non nuoce…

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Bibliografia

 

  1. Tiziana Cristofari, Bambini senza DSA: una realtà possibile!, 2016
  2. A cura di C. Cornoldi, Disturbi e difficoltà della scrittura. Disgrafia, disortografia e difficoltà nella produzione di testi scritti, Giunti Edu, Firenze 2017
  3. Helen Irlen, Reading by the colors, The Berkley Publishing Book, New York (USA) 2005
  4. Helen Irlen, Sports Concussions and Getting Back in the Game of Life, BookBaby, 2014
  5. Helen Irlen, The Irlen Revolution, Square One Publishers, New York (USA) 2010
  6. Lucangeli, Intervista: disturbi dell’apprendimento, troppe diagnosi sbagliate, Il Giornale di Vicenza, 30 marzo 2012 pag. 7

Sitografia

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Autrice
Mateja Nanut nata e cresciuta a Gorizia, città di confine con una forte componente multiculturale e linguistica. La consapevolezza di poter influire in modo positivo sulla vita dei bambini e dei ragazzi, di poter trasmettere loro il piacere e la curiosità nell’imparare cose nuove, l’ha portata ad intraprendere gli studi pedagogici ed educativi. Laureata nel corso di Laurea Magistrale in Scienze della Formazione Primaria nel 2017, ha ampliato ulteriormente la sua formazione con un Master Universitario di primo livello in BES Bisogni Educativi Speciali e un Corso di Perfezionamento nella Metodologia CLIL. Specializzata a pieni voti con lode in Scienze Pedagogiche nel 2020, ha seguito e concluso il corso formativo sulla valutazione della Sindrome di Irlen nel 2022, diventando Irlen Screener certificata. Insegnante di scuola primaria e pedagogista presso lo studio pedagogico Il Ciliegio in cui, oltre alla consulenza familiare, offre percorsi didatticopedagogici personalizzati rivolti a bambini e ragazzi di tutte le età e di qualsiasi ordine e grado scolastico. Istruttrice di sci alpino, amante della montagna e una vera appassionata degli sport outdoor.