Un argomento che ci è stato richiesto da una nostra lettrice riguarda l’individualismo imperante dei nostri tempi, sempre più spesso affrontiamo argomenti come l’indifferenza sociale e la solitudine. Questo esperimento non racconta cosa accadrà realmente, ma è molto affine all’evoluzione dell’attuale società, sempre più individuale e numerosa.
Gli individui sono iperconnessi, in possesso di mille mezzi di comunicazione e dalle vecchie generazioni è percepita una sorta di benessere crescente, in realtà fittizio.
Di pari passo al benessere, negli ultimi 80 anni, l’intero pianeta ha vissuto anche un’esplosione demografica del genere umano. Proprio per mettere alla prova questi due fattori (il benessere e l’aumento demografico) in un organizzazione sociale di topi, un ricercatore, il dottor John Bumpass Calhoun etologo statunitense, ha creato Universo 25.
Le condizioni
Nel 1968, John B. Calhoun avvia il suo esperimento sul comportamento animale in contesti di sovrappopolazione per ottenere delle considerazioni circa l’aumento della popolazione umana.
L’ambiente pensato per le cavie aveva un’ampiezza di circa 2,7 metri quadrati ed un altezza di circa 1,5 metri a cielo scoperto per poter osservare la vita dei topi durante l’esperimento. Il primo metro di altezza era formato da grate, di modo da permettere ai topi di arrampicarsi, il resto faceva da barriera per impedirne la fuga. L’Universo 25 era attraversato da 4 corridoi in maglia di ferro e disponeva di 256 nicchie per permettere la formazione di tane, ogni nido avrebbe potuto ospitare 15 topi per una popolazione massima di 3800.
Un habitat pensato per fornire il massimo comfort, nessun tipo di predatore o pericolo esterno, temperature pilotate, cibo e acqua senza limiti, disponibilità di materiale illimitato per la creazione dei nidi. Insomma, una perfetta utopia per topi, che avrebbero soltanto dovuto riprodursi e proliferare.
Tutto veniva costantemente pulito ogni 4 settimane, e per ridurre anche la possibile presenza di malattie genetiche e selezionare i migliori esemplari, furono scelti dalle colonie del National Institute of Health.
Scelti gli esemplari, creato l’ambiente e predisposte le risorse, il 9 luglio 1968 ha inizio l’esperimento.
Le evoluzioni
Negli anni precedenti alla realizzazione dell’Universo 25, Calhoun si dedica allo studio del paradiso perfetto e delle condizioni ideali per la riproduzione dei topi. Come suggerisce il nome stesso, prima dell’Universo 25, ve ne furono altri più o meno importanti, che rendevano sempre più informazioni sulle situazioni ideali per favorire l’esplosione demografica.
Furono inizialmente introdotte 4 coppie di topi per un periodo di 104 giorni, un iniziale tempo di adattamento per creare familiarità con il luogo e le risorse.

La linea spezzata rappresenta una stima di numeri effettuata in circa 700 giorni dopo la colonizzazione sulla base della mortalità osservata. I punti osservati dopo il giorno 1000, sono leggermente inferiori al previsto a causa della rimozione di circa 150 topi per altri studi.
Un punto finale è stato aggiunto al grafico per il giorno 1471 quando la popolazione si era
ridotta a 100 esemplari. L’inesorabile calo portò la popolazione a 27 (23 femmine e
4 maschi, il più giovane dei quali ha superato i 987 giorni di età) al giorno 1588.
Successivamente a questo periodo, le coppie iniziarono a riprodursi in modo esponenziale, raddoppiando la popolazione ogni 55 giorni circa. Fu così che la riproduzione andò avanti fino al trecentoquindicesimo giorno, momento in cui la popolazione raggiunse i 600 esemplari. Da questo momento in poi, la crescita subì un rallentamento.
I nuovi nati venivano al mondo in un posto sempre più affollato, in cui i ruoli sociali da ricoprire erano sempre minori e più difficili da mantenere. Per i maschi alfa, diventò impossibile difendere il territorio e le proprie femmine dai sempre più numerosi contendenti, le posizioni più alte della gerarchia sociale erano quindi continuamente minacciate. Questo portò moltissimi maschi a smettere di ricoprire quel ruolo in quanto troppo costoso da proteggere in termini di energie e impegno.
Questo squilibrio sociale fece emergere una serie di comportamenti antisociali e distruttivi in tutta la colonia. La natalità iniziò a calare perché, i topi che reputavano troppo difficile detenere una posizione da maschio alfa, iniziarono a cambiare le loro priorità. Alcuni, battezzati “i belli” da John Calhoun , pensavano unicamente a dormire, mangiare e lisciarsi il pelo, non avevano alcun segno di lotta in quanto non pensavano più a riprodursi o a difendere il territorio.
Molti diventarono estremamente aggressivi, formandosi in gruppi che attaccavano anche le femmine ed i loro piccoli, mentre un’altra fazione presentava dei comportamenti pansessuali, cercando di accoppiarsi con qualsiasi topo, di qualsiasi sesso ed età.
Alcuni topi tra i più deboli e psicologicamente provati, si riunivano in gruppo al centro della colonia trascorrendo il tempo senza scopo se non intrattenendosi in qualche insensato atto di violenza all’interno del gruppo stesso.
Le femmine, non godendo più di alcuna protezione cercavano rifugio nelle tane più alte dell’habitat, tuttavia l’onere di difendere i piccoli e il territorio ricadeva sulle stesse che in molti casi, troppo stressate per il compito, sfogavano la loro frustrazione in atti di cannibalismo sulla prole, pur disponendo di cibo illimitato.
Dopo 560 giorni la natalità si fermò totalmente ai 2200 esemplari, nonostante l’Universo 25 fu concepito per ospitare un massimo di 3800 topi.
Gli esemplari presenti erano ancora in gran numero, ma il collasso della società causò un blocco della natalità e quindi l’inizio del declino demografico.
Dopo 5 anni, nel 1973, morì l’ultimo topo della colonia che si estinse totalmente. I topi avevano smesso di essere psicologicamente sociali, ed anche quando gran parte degli esemplari morì, quelli rimanenti non riuscirono più a ristabilire l’ordine e riprodursi; avevano perso la capacità di imbastire le relazioni sociali necessarie per il corteggiamento e l’accoppiamento.
Le conclusioni
Chiaramente, questi studi sono stati effettuati negli anni ’70, proprio dopo l’esplosione demografica del dopoguerra (tra il 1946 e il 1964). Questo destò non poche preoccupazioni, i ricercatori cercarono quindi dinamiche che potessero essere indice di cosa sarebbe potuto accadere con uno spropositato aumento della popolazione.
Furono anche riproposti esperimenti simili direttamente sugli esseri umani in aree densamente popolate. Esperimenti che però non rivelarono alcuno scenario utile. Un risultato di questo tipo, ottenuto su un modello animale diverso dall’uomo, non è per forza profetico su una specie complicata come l’essere umano, tuttavia molti dati non sono da sottovalutare.
Le analogie con l’attuale società sono tantissime, ma la razza umana per il momento gode di una varietà estrema di situazioni che la mette al riparo da situazioni simili.
Tuttavia è innegabile che vi sia sempre una minore capacità di socializzare ed empatizzare, soprattutto nelle nazioni in cui il benessere è maggiore.
Ciò che è venuto maggiormente a galla nell’Universo 25 è che, quando un sufficiente numero di generazioni ricopre tutti i ruoli sociali disponibili, i nuovi nati non hanno più la possibilità di rivestire un ruolo preciso. L’unico modo che hanno per avere un ruolo è usurpare gli adulti della specie. La lotta che ne scaturisce genera un’eccessiva violenza e l’annullamento delle istituzioni e disordine sociale sotto diversi aspetti.
I cuccioli nati da questa situazione sociale, venivano rifiutati dalla madre e dagli adulti del gruppo, crescendo incapaci di creare rapporti sociali. Inoltre l’alta densità ha aggravato attraverso l’errata quantità e qualità di contatti, la concezione sociale di questi esemplari che non hanno imparato le giuste azioni necessarie al proseguimento della specie.
L’inevitabile conseguenza è la distruzione dell’organizzazione sociale. Individui nati in queste circostanze sarebbero così distaccati dalla realtà da essere incapaci persino di alienarsi. I loro comportamenti più complessi diventerebbero frammentati.
L’acquisizione, la creazione e l’utilizzo di idee appropriate per il sostentamento della vita in una società post-industriale sarebbe impossibile.John Bumpass Calhoun, Etologo e ricercatore
John Calhoun coniò alcuni termini piuttosto forti per la sua ricerca, come “fogna comportamentale“, per indicare il disordine sociale che si traduce in comportamenti socialmente dannosi che possono innescare la prima morte.
La prima morte è quella che precede quella fisica, si tratta del momento in cui una società perde la capacità di riprodursi e si avvia verso il declino demografico.
L’etologo morì il 7 settembre 1995, condusse diversi esperimenti sul comportamento animale in situazioni di alta densità demografica, ma Universo 25 fu l’esperimento che più fece, e fa ancora oggi, discutere la comunità scientifica.
Bibliografia
Calhoun JB. Death squared: the explosive growth and demise of a mouse population. Proc R Soc Med. 1973 Jan;66(1 Pt 2):80-8. PMID: 4734760; PMCID: PMC1644264.


