Salute e benessere

Ansia e attacchi di panico, il baratro repentino

Sono sicuro che sai già di cosa sto parlando. Magari ti è capitato in prima persona, un attimo prima eri tranquillo e stavi pensando agli affari tuoi ed un istante dopo eri li a cercare la via di fuga per tentare di scappare da un fantomatico pericolo imminente che pochi secondi prima non sembrava così importante o nemmeno degno di nota.
Ho fatto la conoscenza di ansia ed attacco di panico in un giorno qualsiasi, in cui non ero sicuramente troppo rilassato, ma di certo non pensavo a una cosa del genere. Mentre ero alla guida ed andavo per la mia strada, si è casualmente (come capita tantissime volte) formata una coda in tangenziale.
In un battito di ciglia quell’attesa di ripartire si è trasformata in una prigione da cui era impossibile scappare. L’abitacolo iniziò a stringersi, la cintura di sicurezza iniziava a togliere il respiro, l’attesa di pochi minuti si tramutava in un’eternità.
L’ansia può bussare alla nostra porta in diverse modalità. In base alla forza e alla velocità della sua escalation, potrebbe portarvi tra le braccia di un attacco di panico.

Cosa sono ansia e attacchi di panico

L’ansia, per quanto non ci faccia piacere conoscerla e viverla, fa parte delle emozioni della nostra vita.
Quando l’ansia arriva, significa che la nostra mente si sta preparando a fronteggiare una minaccia, sia di natura fisica che di natura figurata. Una minaccia di natura fisica è molto semplice capirla e riconoscerla, mentre la minaccia figurata può avere tante forme, come ad esempio delle situazioni in cui non ci si sente all’altezza.
In queste situazioni l’ansia è acuta, ed è relativa alla situazione in cui ci troviamo, tuttavia può essere anche cronica. Nel primo caso si tratta di reazioni di ansia fisiologica, mentre nel secondo caso è patologica. L’ansia patologica è definita tale in quanto è disfunzionale, la nostra reazione non è relativa ad un problema reale, ma a qualcosa di autocostruito.
Questo può influire negativamente sulla qualità della vita quotidiana.
L’ansia fisiologica è dalla nostra parte, è qui per proteggerci, per attivare tutte le nostre risorse e farci fronteggiare al meglio delle possibili difficoltà.
L’ansia patologica invece può limitare le nostre capacità di adattamento e farci sopraffare da sentimenti negativi.

Un corretto stile di vita, che preveda un impegno sia per il corpo che per la mente attraverso comportamenti virtuosi, può ridurre il rischio di sviluppare ansia patologica o nel caso ne soffrissimo può ridurre il potere che ha sulla nostra vita.

Possiamo fare un’ulteriore distinzione tra le tipologie di ansia che variano in base alle cause, alla durata e all’impatto sulla vita quotidiana: ansia automatica e acquisita.
L’ansia automatica fa parte sempre dello spettro di quella fisiologica, quella sana, che ci mette in guardia relativamente ad una situazione inusuale, da una difficoltà o da qualcosa che reputiamo pericoloso, l’ansia acquisita si può classificare in altri tre modi: ansia generalizzata, ansia anticipatoria e attacchi di panico.

L’ansia generalizzata è semplicemente quello stato di tensione generale che avvertiamo senza uno specifico motivo, questa può essere causata da questioni fisiche, o inconsce che non riusciamo a valutare ma che ci mettono in allerta facendoci vivere questo turbamento.

Per ansia anticipatoria invece, si intende “la paura della paura“, il segnale che la scatena può essere reale o autoindotto. La minaccia reale potrebbe non esserci ma l’idea della minaccia, del pericolo o della difficoltà, può scatenare questo tipo di ansia che potrebbe essere piuttosto repentino.

Gli attacchi di panico sono il culmine dell’ansia, molto intensi e brevi, si intende brevi oggettivamente per chi li vive dall’esterno, perché per chi li vive in prima persona il tempo sembra contrarsi e durare un’eternità. È un momento di forte concitazione, di sensazioni estremamente forti che possono variare dalla paura di morire, a quella di impazzire o di perdere totalmente il controllo. Questa condizione è molte volte accompagnata anche da sintomi fisici, come formicolio alle braccia ed alle gambe, iperventilazione, palpitazioni, si potrebbe provare una sorta di sensazione di distacco dalla realtà che ci circonda e una momentanea immobilità  degli arti.

È possibile combattere l’ansia?

Non esiste una risposta oggettivamente valida per qualsiasi caso, ogni disturbo ed ogni persona che lo subisce necessitano una valutazione soggettiva. Tuttavia possiamo parlare delle strade che oggettivamente vengono percorse più spesso dalla maggior parte dei soggetti, fermo restando che, se stai soffrendo di disturbi d’ansia o di attacchi di panico, avrai sicuramente bisogno di valutare il tuo caso con un professionista del settore per scegliere ciò che fa maggiormente al caso tuo.

La giusta terapia con il giusto professionista per le tue esigenze posso aiutarti a districare la matassa e a fare ordine nei tuoi pensieri e nella tua emotività.

Affronteremo queste opzioni in modo non eccessivamente approfondito per illustrare le metodiche e le possibilità che è possibile scegliere, i nostri non sono consigli medici e consigliamo sempre caldamente dopo una buona lettura, di confrontarsi con un esperto.

Terapie cognitivo-comportamentali

La terapia cognitivo-comportamentale è considerata a livello internazionale uno dei metodi più autorevoli per trattare e comprendere i disturbi di tipo psicopatologico.
L’intervento con questa metodica si basa sulla supposizione che le azioni e le esperienze del vissuto, influenzino i problemi emotivi del soggetto. Questo genere di terapia può essere effettuata esclusivamente da uno psicoterapeuta che cercherà di aiutare il paziente a guadagnare gli strumenti corretti per la gestione dell’ansia, attraverso l’abbattimento di convinzioni e sensazioni errate della mente, costruite nel tempo. Queste convinzioni e sensazioni sono delle costruzioni cognitive che contribuiscono al mantenimento dello stato ansioso patologico.
Le terapie cognitivo-comportamentali hanno attualmente diversi tipi di approccio.
Descriveremo brevemente le tre metodiche più diffuse:

  • Schema Therapy
  • Acceptance and Commitment Therapy (ACT)
  • Dialectical Behavior Therapy (DBT)

La Schema therapy è particolarmente adatta per individui con disturbi della personalità, ed in particolare per il Disturbo Borderline di Personalità1. Risulta comunque un valido approccio nel trattamento dei DOC (Disturbi Ossessivo Compulsivi), depressione maggiore ed ansia patologica. Questa metodica nasce dal presupposto che ogni individuo, durante il corso della sua vita, abbia le sue esigenze emotive da soddisfare. La realizzazione delle necessità dell’individuo durante l’infanzia, contribuisce all’equilibrio psicologico che permetterà al soggetto in età adulta, di soddisfare autonomamente tali bisogni, in modo sano e corretto, per il benessere mentale e fisico.

La Acceptance and commitment therapy (terapia dell’accettazione e dell’impegno), punta ad aiutare il paziente a lavorare maggiormente sulla propria flessibilità psicologica, di modo che sia più predisposto ad accettare gli eventi privati inevitabili2. Si tratta di un tipo di terapia che nasce da un’idea piuttosto teorica e filosofica, non manca tuttavia di evidenze sperimentali. Può essere utilizzata per una diversa gamma di disturbi psicologici. Nonostante questo tipo di approccio tenti di portare maggiore consapevolezza relativamente a quelli che sono i comportamenti automatici scaturiti da emozioni e pensieri, enfatizza quello che è il ruolo dei valori del paziente, rimanendo coerente con ciò che conta davvero per il soggetto.

Infine la terapia dialettico comportamentale è ritenuta il migliore approccio per i casi di pazienti a rischio di suicidio o autolesionismo3. Questa terapia si basa sull’accettazione della sofferenza causata dai diversi aspetti dolorosi da cui è caratterizzata la vita, cercando di evitare che l’individuo si paralizzi in posizioni ideali estreme. L’idea della realtà non è spesso congruente ai fatti e a quelle che dovrebbero essere le scelte di vita più congruenti ad essa. Le possibili scelte disfunzionali nutrono la sofferenza dell’individuo che con questa terapia viene aiutato a non rimanere bloccato nelle sue idealizzazioni.

Terapia sistemico-relazionale

La psicoterapia sistemico-relazionale è un approccio che non fa parte delle cognitivo-comportamentali. Questo metodo mette il paziente al centro delle relazioni familiari e sociali. La relazione affettiva e sociale è quindi la più importante risorsa per la comprensione dei problemi sperimentati dal paziente. Nonostante questo tipo di terapia tenga conto di quanto le aspettative future e i pregressi familiari influenzino il quadro odierno, si occupa dei problemi del soggetto nell’istante in cui si manifestano, concentrandosi sempre nella circostanza del “qui ed ora“.
È un modello indicato per affrontare problematiche che si rivelano individuali, a partire dalla generale sofferenza emotiva, passando per ansia, stress, blocchi evolutivi, per finire alle crisi di coppia o problemi di comunicazione.

Altri tipi di “intervento”
L’EMDR acronimo di Eye Movement Desensitization and Reprocessing – o desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari è una tecnica terapeutica che attraverso il movimento oculare evoca un ricordo da rielaborare per fare in modo che perda carica emotiva in modo da desensibilizzare il paziente.

Le terapie di psicoterapia e psicanalisi sono ad oggi spesso ibridate con altri tipi di attività che è possibile fare per combattere stati d’ansia, attacchi di panico, depressione maggiore, o altri stati mentali ed emotivi che possono essere invalidanti.
Molti psicologi e psicoterapeuti consigliano ai loro pazienti tecniche esperienziali come la meditazione mindfulness che è spesso parte delle cognitivo-comportamentali come la ACT, attraverso esercizi di focalizzazione sul “qui ed ora, in maniera obiettiva e soprattutto non giudicante.
La prima cosa da fare in questi casi è innanzitutto riottenere una posizione di padronanza rispetto al fenomeno di ansia o panico.
La terapia, qualsiasi sia quella più adatta al tuo caso, troverà lo spazio per lavorare sugli elementi di vita che ti hanno reso vulnerabile. Sarebbe quindi importante ripercorrere la propria vita e scandagliare eventi e legami significativi.
Per metabolizzare possibili traumi passati, possono essere utilizzate tecniche come l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), ovvero la desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari4Questa tecnica consente il trattamento di traumi o stress psicologici di entità più o meno severa, attraverso un approccio terapeutico che ha come obiettivo quello di desensibilizzare determinati ricordi riducendone la carica emotiva.

Conclusioni

Ricordiamo sempre che l’approccio più adatto alla propria situazione va stabilito a tu per tu con un professionista del settore, questo articolo rappresenta una panoramica di quelle che sono una parte delle metodiche esistenti brevemente descritte.
Qualsiasi tipo di difficoltà si stia riscontrando nella propria vita, per risolvere problematiche di questo tipo, è sempre necessario essere completamente collaborativi e pronti a mettere in discussione convinzioni e modi di essere che possono rappresentare le colonne portanti della personale educazione.
Migliorare se stessi o comprendere i propri problemi non significa rinunciare ai propri valori e alle proprie certezze fondamentali, tuttavia alcuni momenti particolarmente duri della vita, potrebbero mettere in evidenza che è necessario un cambio di rotta o una revisione delle nostre idee, che potrebbero non essere congruenti con la realtà che ci circonda.
Essere collaborativi significa essere disposti a riflettere e a valutare punti di vista diversi da quelli che siamo abituati ad adottare.
Oltre ad essere collaborativi è necessario comprendere che una richiesta d’aiuto non è un motivo per provare vergogna, cercare il giusto sostegno è un atto di maturità e di grande responsabilità verso se stessi.
Questo è solo il “passo 0” sulla via del miglioramento di se stessi per poter appianare quelle montagne, che a volte è necessario scalare quotidianamente per trascorrere un’esistenza che dovrebbe essere semplice e serena, ma che in alcuni periodi la viviamo trascinandoci sui gomiti.

Bibliografia

    1. Tan YM, Lee CW, Averbeck LE, Brand-de Wilde O, Farrell J, Fassbinder E, Jacob GA, Martius D, Wastiaux S, Zarbock G, Arntz A. Schema therapy for borderline personality disorder: A qualitative study of patients’ perceptions. PLoS One. 2018 Nov 21;13(11):e0206039. doi: 10.1371/journal.pone.0206039. PMID: 30462650; PMCID: PMC6248917.
    2. Ducasse D, Fond G. La thérapie d’acceptation et d’engagement [Acceptance and commitment therapy]. Encephale. 2015 Feb;41(1):1-9. French. doi: 10.1016/j.encep.2013.04.017. Epub 2013 Nov 18. PMID: 24262333.
    3. DeCou CR, Comtois KA, Landes SJ. Dialectical Behavior Therapy Is Effective for the Treatment of Suicidal Behavior: A Meta-Analysis. Behav Ther. 2019 Jan;50(1):60-72. doi: 10.1016/j.beth.2018.03.009. Epub 2018 Mar 22. PMID: 30661567.
    4. Landin-Romero R, Moreno-Alcazar A, Pagani M, Amann BL. How Does Eye Movement Desensitization and Reprocessing Therapy Work? A Systematic Review on Suggested Mechanisms of Action. Front Psychol. 2018 Aug 13;9:1395. doi: 10.3389/fpsyg.2018.01395. PMID: 30166975; PMCID: PMC6106867.

 

 

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Daniele Contino è un sistemista reti e servizi informatici con esperienza ventennale nell'assistenza tecnica informatica. Ha lavorato sia in ambiti corporate multinazionali che come imprenditore, ricoprendo ruoli che spaziano dall'informatica, all'amministrazione, alla vendita e al commerciale. È autore, webmaster e fondatore di Superchio.it nato dalla passione per la lettura, soprattutto di saggi, e la scrittura, ma anche per la condivisione delle proprie passioni con gli altri. Missione principale del magazine è infatti quella di condividere le proprie conoscenze e tentare di divulgare le proprie competenze.