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Anziani e alimentazione, difficoltà e suggerimenti

  • di Stefania Velitti
  • Giugno 27, 2023
  • 7 minutes read
  • 695 Views
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Qual è la corretta dieta per gli anziani? L'alimentazione è importante per migliorare il proprio stile di vita e la propria salute. Ne parlato la dottoressa Stefania Velitti geriatra e biologa nutrizionista

Spesso pensiamo che seguire una corretta alimentazione non sia importante o che sia il destino ad averci fatto ammalare di ipertensione arteriosa, diabete mellito, infarto del miocardio o ictus cerebrale. Talvolta diamo la colpa ai nostri genitori, dai quali abbiamo ereditato la predisposizione ad ammalarci di una determinata patologia e non facciamo nulla per migliorare il nostro stile di vita, compresa l’alimentazione.
In questo modo sicuramente ci puliamo la coscienza, pensando di non avere gli strumenti per modificare e migliorare la nostra salute, ma non facciamo il nostro bene, perché ci priviamo della possibilità di evitare di ammalarci di numerose patologie o quantomeno di gestirle con un numero ridotto di farmaci.

Nell’ottocento il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach diceva che siamo quello che mangiamo.
Io aggiungerei che una vita sana inizia in cucina.

Il fenomeno dell'invecchiamento della popolazione non è solo associato a un aumento del numero e della proporzione di persone anziane nella società, ma anche a un aumento dell'incidenza del deterioramento cognitivo. L'alimentazione è di grande importanza, con particolare attenzione all'assunzione adeguata di frutta e verdura, per i loro comprovati benefici per la salute.<a href="#1"><sup>1</sup></a>
Il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione non è solo associato a un aumento del numero e della proporzione di persone anziane nella società, ma anche a un aumento dell’incidenza del deterioramento cognitivo. L’alimentazione è di grande importanza, con particolare attenzione all’assunzione adeguata di frutta e verdura, per i loro comprovati benefici per la salute.1

Alimentazione e generazioni

Gli anziani non sono abituati a mangiare junkfood o molte proteine animali, vengono spesso da un’infanzia in cui la carne veniva cucinata solo la domenica e il cibo spazzatura non esisteva. Solitamente hanno abitudini alimentare più sane delle nostre, che siamo più giovani e con facilità abbracciamo tradizioni culinarie importate da altri paesi, imposte dall’industria o dalla televisione. Però la generazione di pazienti che visito sta cambiando. Incontro sempre più anziani che si sono “adeguati” da tempo a ciò che la società propone e pubblicizza. Cereali e zuccheri raffinati, grassi animali praticamente ovunque, bevande zuccherine. E se a quarant’anni ancora non si sente il peso di queste poco sane abitudini, quando non si ha più riserva funzionale, quando si inizia a diventare fragili, i nodi vengono al pettine.

Non dobbiamo pensare che una persona di settanta o ottant’anni non possa trarre benefici da un cambiamento dello stile di vita e più nello specifico dell’alimentazione. Il nostro organismo è sempre pronto ad accettare i cambiamenti. Soprattutto se portano a favorirne il benessere.

Colmare un vuoto

Può capitare che l’anziano mangi troppo o male per colmare una carenza affettiva. L’anziano che soffre di solitudine, che ha paura di morire perché affetto da patologie croniche, si rifugia nel troppo cibo o nel cibo spazzatura. Creando un circolo vizioso. Si ingrassa, la patologia peggiora e i sensi di colpa anche.

Un numero crescente di prove ha dimostrato che le abitudini di vita e i modelli nutrizionali potrebbero ritardare il corso naturale del processo di neurodegenerazione. Non esiste un singolo modello dietetico dimostrato inequivocabilmente di prevenire malattie come l'Alzheimer. Tuttavia, i dati epidemiologici suggeriscono che adottando diverse abitudini alimentari, soprattutto se accompagnate da uno stile di vita sano, le conseguenze negative di molte patologie potrebbero potenzialmente essere ritardate.
Un numero crescente di prove ha dimostrato che le abitudini di vita e i modelli nutrizionali potrebbero ritardare il corso naturale del processo di neurodegenerazione. I dati epidemiologici suggeriscono che adottando sane abitudini alimentari, soprattutto se accompagnate da un corretto stile di vita, le conseguenze negative di molte patologie potrebbero potenzialmente essere ritardate.2

Un’alimentazione scorretta porta ad un aumento della mortalità e della probabilità di ammalarsi di malattie cardiovascolari, di diabete mellito, di alcuni tipi di tumore, di malattie infiammatorie e aumenta la predisposizione a contrarre infezioni. Questo significa che per migliorare la sintomatologia e talvolta anche per eliminare la patologia dobbiamo far mangiare bene i nostri anziani, in breve tempo vedremo la lista dei farmaci diminuire, li vedremo più reattivi, che riposano meglio la notte e anche più di buonumore.

Consiglio di consumare cereali integrali, per migliorare la glicemia e ottenere più nutrienti dai pasti ed evitare i grassi animali contenuti in carne, formaggio e pesce per evitare un’eccessiva introduzione di grassi saturi, che possono favorire l’aumento del colesterolo nel sangue. Inoltre un eccesso di proteine animali potrebbe affaticare i reni.

Certo è raro per me elaborare piani alimentari rigidi per i miei pazienti ultraottantenni, perché non è facile cambiare abitudini ad una certa età, ma quando comprendono la gravità delle patologie che li affliggono e riescono a modificare la propria alimentazione ne traggono sicuramente beneficio. E comunque mi raccomando con i parenti di far magiare in modo sano il proprio caro, anche con piccoli stratagemmi, perché vedranno una differenza sostanziale, come spiego nel mio libro dove parlo di come gestire i propri cari anziani.

Quando non è abbastanza

L’altra parte della medaglia è la malnutrizione.
Non si pensa che nel nostro Paese possa esistere una parte della popolazione che non riesce a mangiare adeguatamente. Negli anziani questo è possibile, non solamente per problemi legati all’approvvigionamento, ma anche perché quando l’anziano vive da solo può soffrire di depressione del tono dell’umore, che non gli permette di avere la forza di prendersi cura di se stesso e quindi di cucinare in modo adeguato. Oppure può avere deficit di forza o della deambulazione che non gli permettono di trascorrere molto tempo in piedi a cucinare o di recarsi a comprare il cibo sano, prediligendo alimenti preconfezionati, che possono rimanere in frigo per più giorni, ma che sono poveri di nutrienti. Anche un deficit nella masticazione, che sia causato da carie o infiammazioni gengivali, può portarlo a mangiare sempre di meno o a cucinare sempre gli stessi alimenti, con una consistenza morbida.

Tra le malattie legate all'età, la sarcopenia e la disfagia sono due condizioni patologiche comuni negli anziani fragili e potrebbero coesistere portando a disidratazione e malnutrizione in questi soggetti.
Tra le malattie legate all’età, la sarcopenia e la disfagia sono due condizioni patologiche comuni negli anziani fragili e potrebbero coesistere portando a disidratazione e malnutrizione questi soggetti.3

Talvolta possiamo trovarci di fronte un anziano che mangia apparentemente a sufficienza, ma che dimagrisce continuamente, e questo può dipendere da patologie importanti, come i tumori, o da patologie che portano una riduzione dell’assorbimento dei nutrienti, come le patologie infiammatorie del colon, la celiachia e i deficit vitaminici. L’anziano si muove poco, consuma poche energie, ha una percentuale di massa magra ridotta, quindi un fabbisogno energetico minore, rispetto a una persona adulta o rispetto a quando era più giovane e attivo. Può capitare che rimane fermo per ore o si appisola in poltrona durante il giorno, quindi non stupiamoci se tende a mangiare di meno, ciò a cui invece è bene prestare attenzione è la qualità del cibo che assume.

Dobbiamo preferire cibi freschi, ricchi di nutrienti, ma anche tenere in considerazione i suoi gusti e le sue abitudini. Alcuni familiari si preoccupano di «far mangiare» il loro caro servendogli quelle che considerano delle prelibatezze, ma che a lui non piacciono o che semplicemente non ha mai mangiato prima. Questo non è corretto. Dobbiamo rispettare i gusti del nostro caro e evitare di creare situazioni spiacevoli durante i pasti. Altrimenti rischiamo di ridurre la sua autostima e di aumentare il suo senso di impotenza e frustrazione.

Per permettere ad un paziente anziano di combattere con più efficacia le patologie di cui soffre, ma anche per evitare eccessiva sonnolenza diurna legata ad una lenta e cattiva digestione, consiglio un’alimentazione a base vegetale, ricca di cereali integrali, non solamente pasta, ma anche riso, avena, farro, quinoa, miglio, mais; di sostituire la carne, il pesce e il formaggio con i legumi e la frutta secca; di mangiare frutta e molta verdura. Se il paziente è particolarmente magro è meglio ridurre la quantità di fibre, quindi mantenendo sempre una buona quantità di verdura possiamo cucinare cereali raffinati e aumentare il consumo di frutta secca e di olio extravergine d’oliva, ricchi di grassi vegetali, che permetteranno al nostro anziano di mettere su un po’ di peso e avere l’energia necessaria per affrontare la giornata.

Il consumo di olio extra vergine di oliva ha un effetto benefico sulla salute umana, in particolare per la prevenzione delle malattie cardiovascolari e dei disturbi metabolici.La biodiversità tra le cultivar in termini di contenuto di acidi grassi e polifenoli potrebbe avere un impatto diverso sull'omeostasi metabolica.
Il consumo di olio extra vergine di oliva ha un effetto benefico sulla salute umana, in particolare per la prevenzione delle malattie cardiovascolari e dei disturbi metabolici.
La biodiversità tra le cultivar in termini di contenuto di acidi grassi e polifenoli potrebbe avere un impatto diverso sull’omeostasi metabolica.4

Mangiare per vivere in salute

Per ogni tipo di malnutrizione, in eccesso o in difetto, l’arma vincente è un’alimentazione sana, che riesce a prevenire l’insorgenza di numerose patologie e a migliorarne la sintomatologia e l’aggressività.

Innumerevoli studi mostrano come l’alimentazione priva di cibi di origine animale è sana e indicata in qualsiasi fase della vita.

Mi sento di consigliare ai caregiver di provare a modificare l’alimentazione del proprio caro verso un’alimentazione a base vegetale. Anche se spesso l’anziano non vede di buon occhio burger e polpette a base vegetale, è possibile cucinare questi piatti, meglio se preparati in casa e non industriali, come gli analoghi di carne. Ad esempio proviamo con le polpette di soia con la salsa di pomodoro o il filetto di seitan alla pizzaiola o al limone e sono sicura che non si accorgerà della differenza. Inoltre la generazione dei nostri anziani in giovane età mangiava sicuramente molti legumi e verdure. Il dopoguerra e il benessere lo hanno spinto a consumare una quantità eccessiva di carne, che non solo non riesce a digerire bene, ma spesso neanche la gradisce. Quindi penso che proporre più zuppe o insalate di cereali e legumi sarà anche un piacevole ricordo.

Una sana alimentazione è la prima e più importante medicina che un anziano dovrebbe assumere, insieme a praticare attività fisica, a passeggiare nella natura e a frequentare gli amici.

Un adulto che ha un buono stile di vita, compresa una sana alimentazione, sarà un anziano che invecchierà bene e avrà minori probabilità di diventare fragile e malato.

Bibliografia

  1. Zielińska, Monika A et al. “Vegetables and fruit, as a source of bioactive substances, and impact on memory and cognitive function of elderly.” Postepy higieny i medycyny doswiadczalnej (Online) vol. 71,0 267-280. 12 Apr. 2017, doi:10.5604/01.3001.0010.3812
  2. Vinciguerra, Federica et al. “Influence of the Mediterranean and Ketogenic Diets on Cognitive Status and Decline: A Narrative Review.” Nutrients vol. 12,4 1019. 8 Apr. 2020, doi:10.3390/nu12041019
  3. de Sire, Alessandro et al. “Sarcopenic Dysphagia, Malnutrition, and Oral Frailty in Elderly: A Comprehensive Review.” Nutrients vol. 14,5 982. 25 Feb. 2022, doi:10.3390/nu14050982
  4. De Santis, Stefania et al. “Extra Virgin Olive Oil: Lesson from Nutrigenomics.” Nutrients vol. 11,9 2085. 4 Sep. 2019, doi:10.3390/nu11092085

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Stefania Velitti

Medico chirurgo e autrice
Fin da bambina il suo desiderio era di diventare medico. Ha frequentato il liceo classico, si è diplomata nel 1999 e nello stesso anno ha iniziato il percorso universitario. L’amore per i pazienti anziani è nato durante le ore di volontariato svolte nella clinica della sua città, neii primi anni di università. La dedizione verso le persone fragili, che non hanno solamente bisogno del medico per curare le loro patologie, ma di qualcuno che curi il loro spirito, l’ha spinta a scegliere di fare della sua vocazione la propria professione. Si è laureata con lode in Medicina e Chirurgia nel 2005 presso l’Università degli Studi di Roma La Sapienza e ha conseguito la specializzazione in Geriatria nel 2009 presso la stessa università. Durante la prima gravidanza ha iniziato ad approfondire temi che l’aveva- no sempre appassionata, coma la medicina naturale, consapevole dell’importanza della persona, prima della malattia. Ha frequentato nel 2015 il Master in Alimentazione e Dietetica Vegetariana presso l’Università Politecnica delle Marche in seguito al quale ha pubblicato un opuscolo sull’alimentazione 100% vegetale nelle donne in menopausa. Ha svolto la sua attività lavorativa in numerose strutture della Capitale e attualmente continua a dedicarsi con dedizione ai pazienti più fragili durante le visite ambulatoriali e domiciliari.
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