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Stablecoins, valute stabili su blockchain

In principio abbiamo parlato della struttura di base della blockchain, un registro distribuito in catene di blocchi, per poi approfondire anche gli algoritmi di consenso. Successivamente con  “Ethereum, un computer virtuale decentralizzato” e “Bitcoin, cos’è e come funziona il re delle criptovalute” abbiamo trattato i progetti più importanti e strutturati del panorama delle criptovalute.  Affrontati questi argomenti, è doveroso parlare di stablecoins.

Cosa sono le Stablecoins?

Come dice la parola stessa si tratta di valute stabili, il cui valore non oscilla come abbiamo visto per le precedenti che abbiamo trattato. Sono delle rappresentazioni delle valute FIAT, come possono essere euro, dollaro e yuan, in formato Token su blockchain.
Sono spesso indicate come “FIAT pegged token“, ovvero Token con valore ancorato a valute FIAT. Questo particolare è ciò che distingue le stablecoins dalle altre criptovalute.
Questo concetto è però un argomento ostico in quanto anche la valute tradizionali, subiscono dei cambi di valore.
Per rendere più chiaro il concetto, parliamo del sistema aureo. In passato ogni singola moneta emessa, doveva essere coperta da una certa quantità d’oro per legittimare il suo valore, tuttavia dopo che il sistema monetario si è stabilizzato e la fiducia in esso è diventata intrinseca, questa copertura è andata via via sparendo.
La creazione di nuove valute stabili su blockchain è molto simile alla storia dell’evoluzione del denaro come lo conosciamo oggi. I progetti che creano queste valute, coprono il valore delle stablecoins che emettono, con delle garanzie che possono essere beni reali, azioni, oro, altre valute.
Per fare un esempio pratico di sistema monetario garantito 1:1, se dovessi creare un mio progetto con delle stablecoins e ad essere emesse fossero un milione di monete, dovrei garantire questo circolante con beni materiali, investimenti o altre valute. Uno dei problemi noti di questo sistema è che, se a garanzia si mettono dei beni dal valore variabile, sarà necessario coprire il valore mancante qualora la garanzia abbia un valore in ribasso.
Nei mercati delle criptovalute, le stablecoin, vengono usate per vendere o acquistare quelle che oscillano di valore. In questo modo ci si mette al riparo da un investimento in discesa, o si prendono i profitti da uno in salita.

Il gold standard, o sistema aureo, utilizzato fin dal 1800, prevedeva che a coprire il valore di ogni emissione di moneta, ci fosse l’oro a garanzia. L’ancoraggio delle stablecoin collateralizzate è ottenuto con questa logica ma con altri asset.

Alcuni governi hanno attenzionato questo genere di valute trattandosi di denaro con le stesse caratteristiche delle valute FIAT. Per le banche ed i governi, questi sistemi di pagamento che forniscono delle modalità di conversione della moneta contante diverse dai depositi bancari, potrebbero mettere a repentaglio la sovranità monetaria e la stabilità finanziaria.

Ancoraggio

Precedentemente abbiamo fatto l’esempio del gold standard (sistema aureo), per rendere l’idea di cosa fosse una stablecoin. Esistono attualmente tre metodi per creare l’ancoraggio. Analizzeremo i metodi comuni tra i progetti più accreditati. Probabilmente esisteranno anche vie sperimentali, magari su progetti molto piccoli che comunque non analizzeremo. Quelli d’interesse riguarderanno solo ecosistemi che hanno potuto testare la loro idea su volumi di un certo tipo, che danno conferma di resistenza ad un certo stress test.

Stablecoin collateralizzate da valute FIAT o altri asset. Come da esempio precedente, si tratta di creare una riserva di valore con titoli, valute o beni a basso rischio che copra l’equivalenza di ogni singolo Token che viene creato. Il collaterale deve essere l’equivalente della quantità circolante creata.
Qualora si creassero 100.000 Token dal valore di un euro, occorrerebbe creare una garanzia dal controvalore di 100.000 euro. Sarebbe anche necessario coprire la differenza nel caso di discesa di valore dei beni, valute o asset posti a garanzia.

Stablecoin collateralizzate da altre criptovalute. Alcuni progetti hanno creato delle monete non fluttuanti congelando dei crypto asset come controvalore. Solitamente il valore congelato è costituito da criptovalute convenzionali come Bitcoin o Ether. Tutto questo gestito da automatismi di bilanciamento automatico, data l’enorme volatilità anche dei crypto asset convenzionali, per evitare come spiegato nell’esempio precedente, sia il diminuire che l’aumentare della garanzia posta come collaterale.

Stablecoin algoritmiche non collateralizzate. Tra i nuovi progetti sperimentali, ci sono alcune monete che mantengono un determinato valore attraverso degli algoritmi. Creando una sorta di banca algoritmica, si definisce il valore della moneta amministrando la domanda e l’offerta con delle regole scritte all’interno di uno contratto intelligente. L’idea sarebbe quella di coniare più monete se il prezzo sale, mentre se il prezzo scende viene riacquistata e ritirata dal mercato una parte del circolante. L’algoritmo gestisce da se l’inflazione e la deflazione. Si tratta di un modello ancora in fase di sperimentazione che non ha ancora riscosso i risultati sperati.

Stablecoin più capitalizzate in uso

Sui mercati delle criptovalute è possibile utilizzare alcune stablecoin, che sono delle rappresentazioni in formato Token con ancoraggio perlopiù al dollaro. Facciamo un riepilogo e un breve

USDT è una stablecoin emessa dalla Tether Limited, che sostiene di avere una riserva di valore equivalente alla quantità del circolante di USDT. Se la compagnia dovesse davvero detenere tali risorse, potrebbe essere una delle 50 banche più grandi degli USA se non fosse una società offshore.

approfondimento delle più capitalizzate e conosciute.

USD Tether e similari

USDT è la prima stablecoin per capitalizzazioni e volumi, ed è la terza criptovaluta più capitalizzata in assoluto. Al momento della scrittura di questo articolo capitalizza ben più di 83 miliardi dollari. Questi due dati la rendono la stablecoin più utilizzata, oltre ad essere, fino ad ora, quella che ha dimostrato maggiormente di mantenere correttamente l’ancoraggio al dollaro
USDT era scambiabile già dal 2015 su rete Bitcoin e su Ethereum. Ad oggi è possibile utilizzare uno smart contract per portare USDT sulla gran parte delle blockchain esistenti.
Tether è un Token non nativo, quindi è possibile trasportarlo da una blockchain all’altra attraverso l’utilizzo di un bridge, che blocca il numero richiesto di Token nella blockchain di origine e gli emette in quella di destinazione (lo stesso meccanismo utilizzato per il WBTC).
Non esiste un numero massimo o minimo di Tether in circolazione, il presupposto è che, dietro la creazione di ogni singola moneta vi è un pagamento in dollari per l’emissione equivalente della stablecoin. Per ogni Tether che vuole essere venduto e trasformato in dollari, avviene la distruzione della stablecoin equivalente venduta per dollari.
La garanzia è quindi che per ogni dollaro Tether emesso, esista un dollaro reale, che viene pagato e congelato.
É possibile acquistare USDT su tutti gli exchange, le piattaforme dove è possibile scambiare criptovalute. Non sono gli exchange ad emettere nuovi Tether, ma è la Tether Limited, società che gestisce la criptovaluta. Richiedendo nuovi Tether direttamente alla società che la emette, verrà aumentato il circolante perché verranno create nuove monete, mentre gli exchange sono come venditori al dettaglio che vendono anche somme più irrisorie rispetto alla società.
Attualmente non esiste la certezza che questa azienda possa realmente coprire l’intera capitalizzazione dichiarata. Esiste davvero una riserva di valore per cambiare i Tether di tutti coloro che ne possiedono se domani volessero riportare i loro averi da USDT a dollari americani?
Al di là della tecnologia, ci sono state diverse polemiche riguardo Tether Holdings. Le polemiche riguardano l’enorme somma che questa società dovrebbe detenere come controvalore per la stablecoin emessa, ovvero più di 83 miliardi di dollari. Questo la renderebbe una delle 50 banche più grandi degli Stati Uniti, tuttavia non si tratta di una banca ma di una società offshore non regolamentata.
A luglio i funzionari del governo si sono riuniti per discutere della regolamentazione della compagnia che dovrebbe dimostrare di avere di avere in fondi a garanzia della stablecoin emessa1.

Stablecoin con garanzie in dollari analoghe a Tether sono BUSD di Binance, USDC di Circle lanciata da Coinbase, TrueUSD di TrustToken (una piattaforma che “tokenizza” asset reali), Pax Dollar USDP di Paxos, Gemini Dollar GUSD della Gemini Trust Company.

TerraUST e Dai

TerraUST e Dai appartengono al secondo tipo di criptovalute che abbiamo analizzato nel capitolo precedente. Il controvalore corrispondente all’emissione di nuova moneta è coperto da altri asset crypto convenzionali congelati.

DAI è la prima stablecoin ad essere concepita con una collateralizzazione in singoli e multipli crypto asset. Originariamente oltre alla multi-collateral DAI era stata creata anche la versione Single-Collateral SAI.

Proprio alla fine dello scorso mese, Do Kwon, co-fondatore e CEO di Terra blockchain, ha confermato l’acquisto dell’equivalente di più di un miliardo di dollari in bitcoin dalla fine di gennaio. Fondi che verranno utilizzati per garanzia dell’emissione della loro stablecoin TerraUST. L’idea di Do Kwon è quella di implementare il bitcoin standard,il parallelo del sistema aureo ma con bitcoin alla base piuttosto che l’oro2.
Mentre le transazioni di TerraUST vengono registrate ed eseguire sulla blockchain di Terra, Dai è una stablecoin ERC-20 su Ethereum. Anche Dai è collateralizzata da asset crypto che vengono congelati in uno smart contract. Non si tratta di un asset specifico ma sono diversi. Inizialmente fu lanciata anche una versione collateralizzata da un singolo asset crypto, ovvero SAI (Single-Collateral DAI).
Diversamente dalle precedenti, questa stablecoin non è gestita da un’azienda ma da MakerDAO, un’organizzazione autonoma decentralizzata. Il modello di gestione di una DAO prevede che i detentori dei token di governance (in questo caso Maker MKR), abbiano diritto di voto sui progetti correlati, più o meno in maniera similare ai detentori dei titoli azionari di una società tradizionale.
Attualmente Dai è al 19esimo posto per capitalizzazione, la seconda stablecoin in qualità di collateralizzata da crypto asset, preceduta da TerraUST.

Neutrino USD, Fei USD, FRAX, Ampleforth

In ultimo prendiamo alcuni esempi di stablecoin algoritmiche, che sono molto meno capitalizzate rispetto alle collateralizzate. Sono progetti che sperimentano un modo per avere un ancoraggio al dollaro attraverso calcoli matematici e bilanciamenti automatici ma non garantite.
Neutrino USD è la stablecoin algoritmica maggiormente capitalizzata, si piazza all’84esimo posto per marketcap con 940 milioni di dollari. É ancorata al dollaro USA e supportata, sfruttando il modello di staking dell’algoritmo di consenso sottostante del protocollo Waves.
Fei USD è un progetto fondato nel 2020, con un investimento iniziale di 19 milioni di dollari vanta nomi importanti tra i suoi investitori tra cui Framework Ventures, Coinbase Ventures, Andreessen Horowitz. Il progetto Fei mira alla creazione di una stablecoin totalmente decentralizzata, il protocollo è programmato per controllare i mercati secondari liquidi e ottenere dei guadagni per il rendimento del protocollo. L’idea è quella di creare un punto di incontro tra le stablecoin decentralizzate e estremamente collateralizzate e quelle di custodia centralizzate.
FRAX è il primo sistema algoritmico frazionario, in parole più semplici, parte della sua fornitura è supportata da garanzie e parte supportata dall’algoritmo di fornitura. Il rapporto tra le due parti dipende dal prezzo di mercato di FRAX che, essendo ancorato al dollaro,

Le DAO (Decentralized Autonomous Organization) sono delle organizzazione autonome decentralizzate. I detentori del token di governance hanno diritto di voto sulle decisioni dell’organizzazione come gli azionisti in un’azienda tradizionale.

quando il valore è superiore o inferiore a 1$, l’algoritmo riduce o aumenta il rapporto di garanzia. Si tratta di un token ERC-20 basato su Ethereum con possibili implementazioni corss-chain in futuro, totalmente permisionless. Trattandosi anche qui di un’organizzazione decentralizzata come Dai, esiste un Token di governance (FRAX shares FXS) per il diritto di voto. Il protocollo Frax nasce da un’idea dello sviluppatore di software americano Sam Kazemian che ha avuto la prima idea di una stablecoin algoritmica frazionaria nel 2019, il progetto vuole essere un metro per la fiducia del mercato nei confronti di un’ibrido algoritmico/collateralizzato.
Infine, parliamo di Ampleforth, che non è proprio una stablecoin. Si tratta di un Token con un meccanismo algoritmico pensato per creare un ancoraggio al dollaro attraverso la distruzione e la creazione di moneta dinamicamente in base al valore di mercato. Questo processo di riaggiustamento del circolante e noto come “rebase” . Anche AMPL è un Token ERC-20 basato su Ethereum.
Il fondatore della Ampleforth Foundation, la società di sviluppo dietro il protocollo di Ampleforth, è Evan Kuo, laureato in meccatronica, rovotica e ingegneria dell’automazione presso l’università di Berkeley.

Sicurezza e metodi di pagamento

Purtroppo è molto difficile parlare di sicurezza. La tecnologia su cui si basano queste tecnologie ne può offrire un buon grado, tuttavia è sempre chi gestisce questi progetti ad essere in discussione. Prendendo ad esempio il caso di Tether, nonostante sia un progetto estremamente quotato ed utilizzato, non si potrà mai avere la certezza che non sfugga il controllo della gestione delle garanzie, non tanto perché si tratti di una società offshore, quanto perché sono questioni che accadono anche nelle società garantite e statali. La sicurezza della gestione dei nostri fondi, pragmaticamente parlando è nelle nostre mani e se usiamo correttamente la blockchain, possiamo ridurre significativamente i rischi.
Sempre importantissimo diversificare e non detenere i nostri averi in un unico posto.
Per quanto l’uso delle stablecoin come metodi di pagamento, al momento non sono utilizzate in tal senso al di fuori dei mercati crypto, è più unico che raro poter pagare un caffè con Tether o con USDC. I governi stanno osservando queste tecnologie e le aziende che ci sono dietro, è difficile dire in che forma avverrà in futuro l’adozione, se avverrà e quanto tempo ci vorrà, possiamo solo fare delle congetture, informarci assiduamente e correttamente ed aspettare.

 

Articoli correlati – Note

  1. Anyone Seen Tether’s Billions? – Bloomberg, by Zeke Faux, Updated on
  2. Terra Adds $135 Million in Bitcoin Purchases to Back Stablecoin – Bloomberg, by Muyao Shen, 28 marzo 2022, 18:02 CEST

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Daniele Contino è un sistemista reti e servizi informatici con esperienza ventennale nell'assistenza tecnica informatica. Ha lavorato sia in ambiti corporate multinazionali che come imprenditore, ricoprendo ruoli che spaziano dall'informatica, all'amministrazione, alla vendita e al commerciale. È autore, webmaster e fondatore di Superchio.it nato dalla passione per la lettura, soprattutto di saggi, e la scrittura, ma anche per la condivisione delle proprie passioni con gli altri. Missione principale del magazine è infatti quella di condividere le proprie conoscenze e tentare di divulgare le proprie competenze.