Negli ultimi tempi si è molto parlato di intelligenza artificiale, ma si tratta come spesso accade, di uno di quegli argomenti che, chi non è un tecnico, non riesce ad afferrare appieno.
Questo primo articolo sarà un’introduzione semplice e senza tecnicismi. In futuro verrà approfondito in maniera più tecnica.
È una tecnologia pericolosa? Mentori del settore hanno rilasciato interviste facendo intendere che ci sia moltissimo in gioco. Il governo italiano ha bloccato uno dei servizi più in voga del momento, ChatGPT. Il motivo riguarda la privacy, non tanto la pericolosità della tecnologia.
Le comuni percezioni che ho notato tra chi mi è più vicino sono state indifferenza, timore e sgomento.
Indifferenza da parte di chi non riesce a comprendere in alcun modo cosa sia l’IA, nemmeno dopo ripetute spiegazioni.
Timore sempre da parte di chi ha un’idea alla “2001: odissea nello spazio“.
Sgomento invece, per chi reputa che una nazione dovrebbe cercare di affermarsi in una tecnologia emergente importante per il futuro, che invece la allontana, bloccandola, perdendo qualsiasi possibilità di sviluppo in fase “early” (ovvero quella fase in cui un prodotto viene lanciato con lo scopo di raggiungere quanti più utilizzatori possibile).
Cos’è l’intelligenza artificiale?
Rispondiamo prima di tutto alla domanda più semplice e banale, cos’è?
Per chi non ha idea di cosa sia lo sviluppo software, il termine “intelligenza artificiale” evoca immediatamente l’idea cinematografica.
Tipo HAL 9000, il supercomputer di bordo della nave spaziale Discovery nel film “2001: Odissea nello spazio” di Stanley Kubrick, che uccide i tre astronauti in ibernazione e tenta di chiudere fuori dalla navicella il capitano.
Oppure Ava di Ex Machina, un’intelligenza artificiale con sembianze femminili che raggira Caleb per scappare dal laboratorio e dal suo creatore.
Si tratta di qualcosa di diverso, che ha grandi potenzialità, ma anche grandi rischi, di sicuro in termini diversi rispetto a quelli appena citati.
L’intelligenza artificiale è un ramo dell’informatica, dello sviluppo software, che ha a che fare con la progettazione sia hardware che software. Sviluppo di un hardware pensato appositamente per un certo tipo di software, in grado di equipaggiare una macchina con qualità e connotazioni considerate tipiche dell’essere umano. Queste caratteristiche sono accompagnate spesso da recettori di vario genere, come uno dei cinque sensi, se non tutti. La capacità di percepire, registrare e valutare dati astratti provenienti dall’ambiente circostante.
Dalla raccolta di questi dati direttamente dall’ambiente e dalla situazione determinata da ciò che viene registrato, l’IA deve essere in grado di risolvere dei problemi, cercando di agire su un determinato obiettivo.
Attraverso questo meccanismo, sviluppare una capacità di apprendimento che possa migliorare di volta in volta la sua stessa valutazione, il ragionamento, la creatività e la capacità di panificare della macchina.
Casi d’uso attuali e possibili utilizzi futuri
In precedenza ho illustrato nell’articolo “Internet of things, una rete neurale di oggetti“, l’utilizzo di qualcosa di estremamente complementare all’intelligenza artificiale. Gli IoT (Internet of things), rappresentano i sensi con cui è possibile, per l’intelligenza artificiale, raccogliere quei dati che saranno utili a fare delle valutazioni e a prendere delle decisioni. Proprio come un essere umano apprenderebbe attraverso la vista, l’udito, il tatto, l’olfatto e il gusto.
Questa sinergia tra queste due nuove tecnologie ha dato vita alla AIoT (Artificial Intelligence of Things).
Gli algoritmi che conferiscono all’IA la possibilità di apprendere e risolvere, dovranno però avere la possibilità di collezionare dati di buona qualità per raggiungere tale obiettivo.
A questo punto, avendo chiaro che l’IA è un insieme di algoritmi che rendono un software capace di valutare e decidere come risolvere un problema, e che gli IoT fungono da sensi e collezione dati di questo “cervello” in formato software, proviamo a descrivere i possibili casi di utilizzo.
Gestione di mezzi di trasporto
Una flotta di un’azienda di trasporti potrebbe essere sia guidata che monitorata, da una combinazione di intelligenza artificiale e device connessi ad internet. Alcuni mezzi, che è più probabile trovare nelle grandi città si muovono senza conducente, in modalità driverless.
Questa modalità di controllo non prevede che il treno sia guidato da un’intelligenza artificiale, ma da remoto. Tuttavia, attraverso dei sensori, vengono monitorati diversi parametri come consumo elettrico, velocità media, tempo di stazionamento, affluenza dei passeggeri, tempo di percorrenza e via dicendo.
Questi dati rappresenterebbero, per un’intelligenza artificiale, materiale su cui lavorare per migliorare il servizio, per ridurne il consumo e aumentarne la velocità, fortificandolo negli orari di punta.
Alla SMAU 2019, Trenitalia presentò il progetto Sentinel I.T., un treno con IA e sensori diffusi per ridurre i furti sui treni. Un’esigenza nata dal problema diffuso dei furti sui treni, difficile da debellare se non con l’ausilio della tecnologia.
Oltre ai mezzi pubblici, sono già stati venduti al pubblico i primi modelli di auto con pilota automatico. Questi mezzi, attraverso l’utilizzo di sonar, radar, fotocamere e GPS, raccolgono informazioni sulle condizioni di guida.
Un’IA colleziona dati collegata a questi sensori, prendendo decisioni sul tipo di guida da mantenere.
Smart farming
L’intelligenza artificiale è una delle componenti fondamentali nella realizzazione dell’agricoltura 4.0.
Questo tipo di struttura è attuabile attraverso una serie di tecnologie combinate. Lavorando in sinergia sensori e attuatori, localizzatori GPS, Big Data, droni e macchine automatiche, insieme ad un intelligenza artificiale danno la possibilità di fare diverse valutazioni.
Si potrebbe calcolare in modo più accurato il corretto fabbisogno idrico di una coltura, risparmiando acqua. Oltre questo, si può prevenire l’insorgenza di nuove malattie e parassiti. Inoltre rende possibile tracciare l’intera filiera agroalimentare, scandagliando ogni stadio della produzione e aumentandone la sostenibilità.
L’agricoltura 4.0 ha delle potenzialità che sono in primis, un vantaggio per le aziende agricole, ma anche per tutti coloro che lavorano all’interno della filiera, oltre che dei consumatori finali.
L’intelligente elaborazione delle informazioni, come ad esempio il rilevamento delle peculiarità biochimiche e fisiche del terreno, attraverso dei sensori sul campo, è il valore aggiunto.
Carrefour è stato uno dei primi GDO, se non il primo in assoluto, a presentare alla SMAU 2018, l’utilizzo di un’altra importantissima tecnologia per il tracciamento della filiera alimentare. La tecnologia di cui parlo è la blockchain, che ho già illustrato nell’articolo “Blockchain, il registro distribuito in catene di blocchi“.
Farmaceutica
Uno dei settori in assoluto più ricco di dati, derivanti da decenni di ricerche, è sicuramente quello della ricerca biologica, medica e farmaceutica. Per comprendere come creare un farmaco per una determinata condizione, alcune volte sono necessari decenni di ricerca. Questo tempo è il limite umano necessario richiesto dall’elaborazione e la verifica della veridicità dei dati.
Per fare un esempio pratico, Alexander Fleming, nel 1929 scoprì casualmente una sostanza ad azione battericida, la cosiddetta penicillina. Lui stesso non nascose mai l’essenza fortuita della sua scoperta, che fu fatta mentre conduceva altri tipi di ricerche. Una piastra che era stata contaminata dalla muffa Penicillium notatum, non mostrava più presenza di Staphylococcus aureus che lui stesso aveva coltivato. Questa casuale osservazione gli valse la scoperta dell’antibiotico.
L’intelligenza artificiale può rendere questi tempi più brevi o potrebbe addirittura scoprire associazioni di molecole non valutate per determinate patologie. Potrebbe studiare le centinaia di milioni di meccanismi descritti dalla ricerca, con tempi e accuratezza impossibili da eguagliare per l’essere umano.
Pensare per settori
Elencare le possibili applicazioni sarebbe impossibile, perché potrebbero essere centinaia se non migliaia. La cosa più giusta da fare è pensare all’applicazione di questa tecnologia in ambiti di utilizzo.
IDP, Intelligent Data Processing
Come nel caso descritto per l’industria farmaceutica, dove è disponibile una grande quantità di dati, è possibile utilizzare l’IA per trovare delle soluzioni grazie all’interpretazione dei dati. Come per la ricerca di nuovi farmaci, si potrebbe usare nell’interpretazione del genoma.
Recommender system o sistema di raccomandazione
Questa è un tipo di intelligenza artificiale utilizzata perlopiù dai grandi siti e-commerce o dai social network, che studiano il comportamento e le preferenze dell’utente. Ogni tua azione, ogni tua scelta che viene registrata per poter predire al meglio un prodotto da consigliarti.
Soluzioni fisiche
Tra le soluzioni fisiche annoveriamo il pilota automatico descritto precedentemente. Sempre più spesso le macchine industriali automatiche per la produzione, prevedono una ridotta presenza di operai quanto più vengono automatizzati i processi.
Sono state anche inventate delle braccia meccaniche “shakeratrici” di cocktails che possono prepararne senza la presenza umana. Infine, ancora in ambienti di estrema nicchia, esistono cani robotici con sensori di equilibrio e robot umanoidi governati da intelligenza artificiale.
NLP, Natural Language Processing e ChatBot
Nel primo caso si tratta di intelligenze artificiali sviluppate per comprendere nel migliore dei modi il linguaggio umano. Nel secondo caso dei bot con cui chattare per richiedere assistenza come spesso accade già ora quando si cerca assistenza. Queste due soluzioni sono implementate molto per l’assistenza, ancora in una fase di primo sviluppo, ma si stima che potranno in futuro sostituire i call center.
Computer Vision
Infine, per chiudere questa categorizzazione, esiste anche lo sviluppo di intelligenze artificiali in grado di comprendere correttamente il contenuto di immagini o video.
Rischi e considerazioni
Se hai visto “Lei“, un film di Spike Jonze, il problema non è certamente che tu, o altre N persone, vi possiate innamorare tutti della medesima intelligenza artificiale.
In primis ciò che preoccupa è la privacy.
L’IA elabora tutti i dati disponibili, che possono essere registrati e riutilizzati in modo improprio. Questo comprende anche i dati forniti dai social network, incluse le foto. Com’è stato già ampiamente dimostrato, molte IA possono rielaborare le immagini, creando anche dei fotomontaggi credibili, su richiesta di un utente che può crearle senza necessità di know how.
Questo apre una voragine sull’eticità dell’utilizzo aperto delle IA, che possono generare problematiche da uso malevolo.
Un’evoluzione tecnologica improvvisa, potrebbe apportare inoltre un cambiamento troppo veloce per l’estrema convenienza della sua applicazione.
Se domani si iniziasse ad utilizzare l’intelligenza artificiale al posto dei call center, o dei ricercatori, i problemi sarebbero anche di tipo economico.
Occorre il giusto tempo per fare in modo che queste innovazioni possano trovare il loro posto nell’economia moderna senza generare troppi scossoni.
Uno dei settori in cui si investe maggiormente nell’innovazione, è quello militare. Anche una possibile guerra (che fino a pochi anni fa potevamo considerare uno scenario improbabile) gestita da intelligenze artificiali, potrebbe rivelarsi una pericolosa possibilità.
Dulcis in fundo, uno dei superpoteri dell’IA sarebbe quello di sviluppare nuove IA, magari delle super-intelligenze, che potrebbero scaturire in forme di vita non comprensibili per l’uomo.
Questo scenario, che porterebbe portare ad una singolarità tecnologica, non è immaginabile e potrebbe rappresentare una minaccia.
Insomma, un altro tassello che sembra portarci, insieme alle tecnologie precedentemente citate, alla genesi di nuovi scenari futuristici che sembrano raccontare una nuova era e la formazione di nuove entità create dalla tecnologia e dall’innovazione.
Come diceva Benjamin Franklin Parker, solitamente noto come Zio Ben, “da grandi poteri derivano grandi responsabilità“.