“Il cigno nero” è un libro che avevo nella mia libreria da un po’, ma ne ho sempre rimandato la lettura perché immaginavo che sarebbe stato piuttosto impegnativo.
Ho deciso di leggerlo perché veniva citato nel libro dello “Über-psicologo” (come lo definisce l’autore de “Il cigno nero“) Danny Kahnemann, “Pensieri lenti e veloci“, che ho già recensito.
La nostra vita è governata dal caso? Ci ostiniamo a cercare di predire gli eventi facendo affidamento su ciò che conosciamo, molto spesso ignorando invece ciò che è ignoto.
L’ignoto, il non conosciuto è sempre lì, pronto a bussare alla nostra porta quando meno ce lo aspettiamo.
Non si tratta di un manuale su come anticipare l’evento improbabile, perché ci sarà sempre qualcosa di non conoscibile che può rappresentare quell’incognita che farà capolino rovinando tutti i nostri piani.
Il cigno nero è un termine metaforico oggi utilizzato nei mercati finanziari, ma è perfetto per la vita di ogni giorno. Può essere una pandemia, una guerra, un terremoto, ma anche un biglietto della lotteria multimilionario.
Caso, caos deterministico e complessità, come distinguerli? Taleb ce lo spiega nel suo bellissimo saggio.
L’autore
Nassim Nicholas Taleb è nato il 12 settembre del 1960 ad Amioun in Libano, naturalizzato statunitense. È un aforista, analista del rischio, matematico statistico, filosofo ed autore.
Ha pubblicato un saggio filosofico in cinque volumi a partire dal 2001 fino al 2018, di cui fanno parte i suoi libri più famosi “Il cigno nero” e “Antifragile“.
Negli scorsi anni è stato detentore di cattedre presso diverse università in qualità di professore di ingegneria del rischio alla New York University Tandon School of Engineering dal 2008 e dal 2014 co-redattore della rivista accademica Risk and Decision Analysis.
È stato un gestore di hedge fund e un trader di derivati, un professionista della finanza ed attualmente consulente scientifico presso Universa Investments.
È un critico della classica gestione del rischio da parte delle istituzioni finanziarie, in quanto sostiene che la maggior parte degli economisti utilizzino gli strumenti sbagliati per fare previsioni. Con la crisi del 2009 ha dimostrato le sue tesi, sostenendo tuttavia che la società attuale sia abbastanza forte da resistere ai cigni neri.
Nonostante tutte le posizioni elencate, Taleb giudica l’importanza della filosofia al di sopra della scienza matematica fine a se stessa.
Il saggio
Quando ho iniziato a leggerlo non sapevo che facesse parte di una raccolta più grande di saggi filosofici. Senza saperlo ho pensato che avesse più le fattezze di un trattato di filosofia che non di un semplice saggio sugli eventi improbabili.
Per chi non ha mai riflettuto sulla possibilità di scomporre l’improbabile ai minimi termini oppure vorrebbe farlo ma non ne ha gli strumenti, questo è il libro ideale. È un manuale sulla gestione delle proprie idee predittive.
Tuttavia non si tratta di un libro da leggere nel tempo libero per rilassarsi un po’, è un testo pregno di significato e richiede una certa attenzione. Difficile dire di averlo compreso appieno dopo averlo letto una sola volta.
“Il cigno nero” come dichiarato nel saggio dallo stesso autore, è un libro che si basa sull’asimmetria. L’asimmetria intesa come il discutere la previsione di situazioni che non possono essere previste perché sconosciute, e per definizione lo sconosciuto non può essere conosciuto. Ovvero ciò che nel saggio definisce lo “sconosciuto sconosciuto”.
La curva a campana o curva di Gauss è la nemesi dell’autore. Ovviamente non è davvero così, si esagera per via dei toni irriverenti utilizzati da Taleb quando veste i panni del detrattore della curva usata, in modo sbagliato, nelle scienze sociali e in altri ambienti per sua opinione non pertinenti.
Nicholas N. Taleb è un genio delle figure retoriche, che usa per definire categorie di professionisti e situazioni che non hanno una vera e propria etichetta. Tra “esperti platonizzati”, “librerie di Eco”, estremistan e mediocristan (due pseudo-nazioni in cui tutto o nulla può accadere), epistemici arroganti, gli empirici bottom-up e top-down, il saggio si sviluppa in una serie di analisi estremamente profonde e motivate, ma colme di tesi e spiegazioni mediamente comprensibili.
Lo strumento ideale non per prevedere, ma per imparare o provare ad imparare, a difendersi dai cigni neri limitando i danni.
D’altra parte Il Sunday Times ha definito “Il cigno nero” uno dei 12 libri più influenti dalla seconda guerra mondiale.