Come ogni anno il tanto atteso giro in fiera è arrivato e le riflessioni suscitate durante la visita non si sono fatte attendere. La 60esima edizione della Bologna Children’s Book Fair è stato un tuffo tra novità e innovazione del linguaggio illustrato. Per me il viaggio in fiera è un momento dedicato alla mia passione perché nonostante la confusione, le file immense e la stanchezza del momento, è un evento che attira migliaia di giovani illustratori, autori, insegnanti e librai di tutto il mondo, ti catapulta in una realtà incredibile in cui puoi accogliere nuovi linguaggi, stimolare le idee e accrescere il bisogno di dare forma all’immaginazione per sperimentare e osare in questa realtà competitiva che spesso sembra per certi versi irraggiungibile.
Questa edizione presentava numerose iniziative di promozione dell’immaginario illustrato proveniente da diversi paesi del globo, spaziando da Roma a Shangai, dall’Africa alla Cina.

Riconfermata la BolognaBookPlus, brand extension della BCBF, in collaborazione con l’Associazione italiana Editori (AIE) ha coinvolto il mercato editoriale su più fronti con diversi eventi formativi e iniziative, promuovendo l’innovazione del comparto editoriale greco come primo Mercato d’Onore di quest’anno. Un mercato editoriale in grande espansione con un livello di produzione libraria tra i più elevati al mondo, la cui tradizione letteraria affonda le radici nell’epoca classica, le cui voci dei poeti narranti hanno attraversato millenni di storia. Infatti di recente il Ministero della Cultura e dello Sport insieme alla Fondazione Ellenica di Cultura ha lanciato GreekLit, un programma di sovvenzioni alla traduzione, per far conoscere in tutto il mondo la ricchezza della produzione scritta contemporanea della Grecia.
Quest’anno il mercato editoriale ha risposto alla sempre più forte esigenza di scoprire nuove frontiere per la comunicazione di un linguaggio accessibile e smart, con la crescente voglia di confrontarsi sulle nuove tecnologie anno per anno in via di espansione e mutamento. Infatti tra le varie conferenze si è parlato molto di metaverso, dell’evoluzione delle forme e dei contenuti digitali, della fruizione da parte dei ragazzi e dei bambini e del loro sviluppo sul mercato editoriale mondiale.
Spostandomi tra i vari stand, ho notato che questa edizione della BCBF ha dedicato un prezioso spazio espositivo dedicato all’attualità e agli avvenimenti storici contemporanei, presentando il lavoro creato dagli illustratori ucraini durante il duro anno di guerra trascorso. Mostra incisiva, di ringraziamento e sostegno che riflette sull’odio e la giustizia ma che apre alla fiducia per il futuro e all’auspicio che tutto possa tornare a alla normalità.
Tra le tante iniziative proposte, di grande impatto e coinvolgimento è stato il progetto presente nel padiglione 29, dedicato ad una profonda analisi condotta sulla sensibilità e sulla relazione tra illustrazione e arti performative nelle diverse età dell’infanzia, sviluppata su due percorsi: “Mappa illustrata” e “Il bambino spettatore”. Uno sviluppo di ricerca visiva durato quattro anni e sostenuto da un progetto europeo. Il primo percorso ha coinvolto illustratori provenienti da 72 paesi, con una selezione di 140 tavole realizzate da 129 illustratori in cui le diverse forme d’arte (arte, musica, danza, disegno ecc) convivono con la figura dello spettatore, le cui tavole sono accompagnate da una breve frase esplicativa per aiutare l’osservatore a vedere oltre la rappresentazione, per interpretarne il significato collocandola all’interno di una riflessione in una sorta di narrazione. Il secondo percorso invece ha coinvolto 4 illustratori di spicco mondiale tra cui Katsumi Komagata, Manuel Marsol, Fabian Negrin, e Klaas Verplancke il cui lavoro stilisticamente differente nasce dall’interazione con i ricercatori Mapping, ispiratosi alle 24 domande emerse dal progetto alla base degli elementi significativi della ricerca: Il contatto, la parola, il suono, il movimento, la reazione, l’equilibrio, la proposta e l’immagine.
“I bambini vivono nelle periferie della cultura e i più piccoli rimangono ancor più in periferia perché conosciamo poco del loro capire e ancor meno del loro sentire, delle loro emozioni. Eppure gli artisti che li frequentano imparano presto che i piccoli sono un pubblico straordinario, a cui vale la pena dedicare con passione la propria ricerca artistica.”
Una mappatura sperimentale che tiene conto del come la visione cambia secondo sensibilità di età e condizioni di fruizione differenti. Una ricerca che mette al centro il ruolo della curiosità dell’infanzia, del riempire di significato ogni relazione con il mondo, traducendo in immagini le loro libere emozioni.

Altro focus della Bologna Children’s Book Fair 2023 è stata l’attenzione ai Silent Book, libri illustrati senza parole che negli ultimi anni hanno incrementato l’offerta editoriale tra gli scaffali delle librerie. Solo fino a qualche anno fa non erano molto apprezzati tra il pubblico adulto perché privi di parole da raccontare, oggi sono considerati libri dal grande potere ludico e comunicativo grazie a spunti di lettura sempre diversi legati alla sensibilità del bambino che interpreta la storia in maniera sempre diversa, incitando l’adulto ad andare oltre la storia scritta.
In merito ai Silent Book non poteva mancare l’area espositiva nel Centro Servizi della fiera, dedicata alla personale della grande autrice coreana Suzy Lee, protagonista quest’anno della copertina dell’Illustrators Annual 2023. Un’esposizione che apre al pubblico le porte del mondo senza parole dell’artista, un mondo illustrato sapientemente, in cui Suzy Lee riesce a rendere la struttura libro parte fondamentale della narrazione. Qui infatti vengono esposti i suoi primi capolavori come “Alice in Wonderland”, “L’onda”, “L’ombra”, “Mirror” e la sua ultima pubblicazione “Estate”, nonché lavoro legato al flusso emotivo nato sull’ascolto della musica di Vivaldi e dalle sensazioni che quest’ultima generava dentro di lei.
Da amante delle sue opere, la mostra è stata per me una sorpresa perché qui, per la prima volta, è stato possibile ammirare le tavole originali dei suoi quattro progetti facenti parte della “Trilogia del limite”. Progetto in cui l’artista ridefinisce il limite del foglio bianco concepito come spazio a limite appunto tra realtà e finzione, in cui le storie sono segnate dalla piega fisica del libro che ne definisce lo spazio di azione dei personaggi.
Durante la presentazione del suo manuale “Trilogia del Limite”, tenutosi alla Libreria Coop di Bologna durante il primo giorno di fiera, Suzy Lee ha raccontato il dietro le quinte dei suoi progetti illustrati, i segreti delle scelte e della composizione dei suoi lavori. Racconta il come la struttura del libro, la ridefinizione del foglio bianco e l’orientamento del libro stesso, l’hanno portata a creare tre mondi differenti la cui narrazione si sviluppa tra margini, angoli e pieghe di rilegatura in cui il personaggio si specchia, si riflette e gioca. Opere che stimolano l’immaginazione del bambino che, con la sua sensibilità, legge e interpreta la storia in modi sempre diversi, dando anche nuovi input all’adulto che lo accompagna nella lettura.

Restando in tema Silent Book, non poteva mancare l’esposizione dei 12 progetti finalisti del Silent Book Contest 2023 – Gianni De Conno Award promosso da Carthusia Edizioni, che quest’anno ha conquistato un nuovo ampio spazio tra il Padiglione 29 e il Padiglione 30 della fiera.
Una mostra dedicata al potere comunicativo dell’immagine come contenitore di storie, il cui equilibrio tra forme e colori, tecniche e soggetti rappresentati definisce una narrazione che non necessita di parole e dialoghi.
Tra le tavole esposte, presente anche la vincitrice italiana del premio Junior, Irene Frigo con il Silent Book “Cercasi Gamba!”. Una storia dai toni luminosi in cui ogni personaggio che transita nella storia da una nuova vita con una “gamba di fortuna”. Un racconto scorrevole nonché inno al cambiamento, per comunicarci con leggerezza il come tutto intorno è in costante mutamento.
Come per i Silent, anche per il premio BRAW Bologna Ragazzi Awards è stata presentata un’ampia proposta di libri senza parole da tutto il mondo, da cui si evince la necessità degli autori di raccontare senza vincoli della narrazione scritta, ma aprire l’immagine ad un’interpretazione personale più ampia, rendendo il lettore spettatore e protagonista del racconto illustrato. Il premio BRAW ha visto quest’anno per la prima volta la partecipazione di libri provenienti dal Bangladesh, Cipro, Macedonia, Malesia, Venezuela e Porto Rico. Come opera prima è stato assegnato al titolo Mariedl. “Une histoire gigantesque” illustrato dall’autrice Laura Simonati, una storia di diversità sull’essere straordinariamente grandi, tratta da una storia vera. Ambientata nel Sud Tirolo rurale del XIX secolo, racconta la vicenda di una protagonista dal corpo gigantesco, che passa metaforicamente dall’invisibilità alla visibilità in un viaggio fisico è parallelo al suo percorso di accettazione di sé.
“La notevole tecnica di stampa, che utilizza un approccio anti-tecnologico e mescola il marrone, il verde scuro e il rosa, crea una sensazione materica e terrena che pervade tutto il libro, mentre l’illustrazione pittorica in stile naïf folk-art è decisamente moderna nel suo approccio. L’interazione tra le tavole illustrate e il lettering fatto a mano, nella sequenza di doppie pagine ciascuna con una diversa impaginazione, conferisce alla storia una dimensione intima e personale. Si tratta di un esordio forte, vogliamo lodare l’audace scelta del soggetto e l’artista emergente.”
Tra i premi BRAW, significativa è stata l’opera fiction del vincitore argentino Yael Frankel dal titolo “Todo lo que pasó antes de que llegaras“. Racconto narrato in prima persona da una voce di bambino che aspetta un fratello o una sorella, disegnato a matita e carboncino con un tratto che ricorda il disegno infantile, sobrio per forme e colori nella scelta di una palette ridotta di arancioni e blu. Un racconto profondo in cui la voce narrante si rivolge al nascituro con pensieri, aneddoti e ricordi, per tracciare delicatamente la vita quotidiana della famiglia che subisce il normale cambiamento già nella fase dell’attesa.
Tra le varie proposte tanti sono stati i titoli dal linguaggio dotati di svariati codici di lettura.

In basso Premio Bologna Ragazzi Award-Menzione speciale Comics 2023 – Middle Grade – Jérôme Dubois e Laurie Agusti – La Partie, Francia, 2022
Attraversata la sezione delle opere finaliste del Bologna ragazzi Award che si è presentata con un allestimento bizzarro, in cui era possibile sfogliare i libri sospesi nell’area del padiglione 29, il mio tour in fiera si è spostato tra gli stand dei piccoli e grandi editori. Un tour alla scoperta di novità e realtà editoriali indipendenti per me nuove, con grandi idee da sviluppare e divulgare come Telos edizioni dedicata alla letteratura per l’adolescenza e per l’infanzia, attenta alla sperimentazione e alle nuove forme editoriali in cui il connubio tra carta e digitale diventa punto cardine del loro progetto; Pulce edizioni nonché ascoltatori, creatori e divulgatori di storie; Edizioni Piuma, casa editrice indipendente, dalla grande voglia di crescere tra i fantastici mondi dei libri per l’infanzia dando spazio a idee e progetti editoriali di autori italiani e stranieri. Tra le tante proposte editoriali presenti in fiera ho trovato estremamente interessanti i progetti innovativi della casa editrice Il Barbagianni e dell’editore Sabir.
Due realtà diverse dalla scelta variegata. Il Barbagianni si presenta con un progetto ampio di libri e giochi didattici per avvicinare adulti e bambini, al fine di stimolare la creatività e favorire nuove scoperte, attento al prodotto libro/gioco perché realizzato artigianalmente in Italia con prodotti di qualità.
Sabir editore presenta invece un’idea di editoria di accoglienza e di scoperta della diversità perché pone l’attenzione sui diversi linguaggi visivi che, seppur distanti tra loro, consentono di parlare di tutto a tutti. Una cosa che mi ha colpito molto di questo editore è la loro idea di fare editoria dando voce agli autori esordienti che come me spesso tendono a tenere sotto chiave il proprio lavoro perché avvolti dalla paura di esporsi al giudizio e al non sentirsi all’altezza di certe sfide, che viste dall’esterno sembrano insuperabili.
“Amiamo i sentieri poco battuti: è per questo che, a parte casi eccezionali, non acquistiamo opere già pubblicate all’estero, anche se di successo”
È per questo che guardiamo con grande curiosità e interesse a chi è all’inizio del percorso, per questo, ogni anno, lasciamo sui nostri ponti un po’ di spazio per gli esordienti al loro primo viaggio. Perché se, come crediamo con forza, in “casa editrice” la parola che conta veramente è “casa”, questo deve essere vero per gli autori che salpano con noi.”
Un’idea di casa editrice che accoglie già grazie all’animo brioso degli editori e gli illustratori presenti in questi giorni di fiera.
Il mio tour in fiera non poteva che concludersi visitando la mostra collaterale nelle stanze di Alchemilla di Palazzo Vizzani dell’artista francese Rébecca Dautremer. Un viaggio tra le sue opere, l’universo onirico e antropomorfo nel tempo e nella vita del coniglio Jacominus. Tra le opere in mostra si possono ammirare due pezzi unici tra cui il fregio che l’artista ha disegnato per il leporello “Un attimo soltanto”, in cui racconta la complessità di un istante in un affresco di un’intera società e i teatrini di carta di “Ti aspetto“, che giocano su quello che la lentezza consente a poco a poco di vedere, sempre attraversando narrativamente le avventure di Jacominus.

Come ogni anno, porto a casa e custodisco la bellezza, l’entusiasmo e l’atmosfera della fiera, fatta di scambio di idee, incontri, novità e proposte ma ancor prima, di persone che creano a loro volta storie condividendo le loro esperienze e il loro vissuto, in un lavoro che è passione ma anche dedizione verso un’arte dal linguaggio universale che unisce e contamina in ogni sua forma.
Bologna Children’s Book Fair come sempre all’insegna di novità in cui i linguaggi narrativi si fondono, aprendosi all’innovazione e alle nuove tecnologie, al gioco ma anche all’educazione, in cui i racconti senza parole cavalcano l’onda delle nuove tendenze e il digitale prende piede in una visione globale smart, dove l’immagine risponde alle richieste di un mercato competitivo e affamato di contenuti visivi alla ricerca di stili e contenuti sempre diversi. Produzione incontrollata di contenuti che rischia talvolta di abbassare la qualità a favore della quantità, scelta obbligata di tanti per ridurre i costi di produzione. Risultato sgradevole che ho notato in maniera ricorrente riguardo racconti che se pur strutturati bene, peccavano di qualità a causa di un’illustrazione poco definita e perciò sfocata, graficamente compromessa. Insomma il mercato editoriale è infinito come infiniti sono i temi che vengono trattati. Temi che rispecchiano l’incomunicabilità e il disagio di una società contemporanea insoddisfatta che fugge dal reale per ripararsi nelle apparenze e nascondere le difficoltà interiori. Argomenti trattati sempre più spesso negli albi presenti sui banchi della fiera, che indagano il disagio interiore, l’emotività, l’introspezione, la ricerca della felicità, l’identità e la ricerca del silenzio per scappare dalla frenesia e dare spazio al sentire per ascoltare e ascoltarsi.
Silenzio inteso come spazio di rifugio, che diventa tema centrale di molti albi illustrati di quest’anno. Tra i tanti consultati, penso all’albo sfogliato tra le proposte di Sabair editore “Il suono del silenzio” di Sara Galli e Candia Castellani. Un albo che mi ha colpito per la sua semplicità ma nello stesso tempo per la potenza con cui i personaggi si ritrovano in una stanza bianca e silenziosa, ascoltando e sperimentando il silenzio con il movimento, la musica e la voce. Un silenzio necessario per una società che fa troppo rumore per fermarsi a riflettere anche senza parlare, per educarci all’ascolto e al rispetto dell’altro.
“Perché il silenzio forse è anche questo: un luogo che riunisce e raccoglie ogni suono, in mezzo a tante pause, un luogo che esiste solo se lo cerchi e se lo sai ascoltare.”
Intanto a questo proposito resto in silenzio ad ascoltare le sensazioni e le intuizioni che questa fiera ha portato con sé, per esplorare nuove strade nell’attesa di scoprire quello che la prossima edizione ci riserverà.